Viaggio da incubo sul bus Agrigento-Catania: lite a bordo, niente bagno e 3 ore di ritardo. Il racconto di Giulia Argento
Quello che doveva essere un normale viaggio in autobus da Agrigento a Catania Aeroporto si è trasformato in una vera odissea per la passeggera Giulia Argento, che ha affidato il suo sfogo a Report Sicilia, raccontando un’esperienza fatta di ritardi, tensioni, disservizi e umiliazione personale.
Tutto inizia con un incidente sulla A19
Alle ore 10:10 del mattino parte il bus SAIS delle ore 10:00. Poco prima di Enna, il mezzo si ferma: è l’effetto di un grave incidente avvenuto nella Galleria Fortolese, al km 105,700 della A19 Palermo-Catania, che ha coinvolto un mezzo pesante e un’autovettura, portando alla chiusura temporanea della carreggiata in entrambe le direzioni, come confermato da Anas. Il traffico viene deviato lungo percorsi alternativi, ma il disagio per i passeggeri è appena cominciato.
Lite sull’autobus, arrivano i Carabinieri
Mentre il traffico scorre lentamente, scoppia una lite tra un passeggero e l’autista. Le tensioni salgono, volano minacce e alla fine l’autista è costretto a chiamare i Carabinieri, fermando del tutto il mezzo. I militari arrivano e devono verbalizzare l’accaduto, causando un ulteriore ritardo di circa 40 minuti.
Nessun bagno a bordo, la proposta indecorosa
La situazione peggiora quando Giulia Argento chiede di poter usare il bagno. La risposta dell’autista è sconcertante:
“Non posso aprirlo, non dipende da me.”
L’alternativa proposta? Un presunto “bagno femminile” nella zona bagagli, che consiste in uno scalino riparato solo da uno sportello.
“Mi avrebbe esposto completamente alla vista delle auto in transito. Mi sono rifiutata. Mi ha indicato i campi e mi ha detto: ‘Allora qua!’”, racconta Giulia, indignata.
Arrivo con 3 ore e 20 di ritardo e altri 35 euro di taxi
Dopo oltre 6 ore di viaggio, il bus arriva all’aeroporto di Catania alle 16:00, con 3 ore e 20 minuti di ritardo. L’alternativa di scendere in centro a Catania non è percorribile:
“Non potevo più trattenermi fisiologicamente. Ho dovuto pagare 35 euro di taxi per non rischiare una figuraccia.”
Un servizio pubblico che umilia
Il racconto di Giulia Argento pone l’accento su una questione importante: la dignità del viaggiatore. Nessuno può accettare che un servizio di trasporto pubblico non sia in grado di garantire un bagno funzionante, né un’assistenza decorosa in situazioni di emergenza.
Report Sicilia chiede chiarimenti alla SAIS:
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Perché il bagno non era utilizzabile?
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Chi decide se e quando renderlo accessibile?
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Quali tutele vengono offerte in caso di ritardi simili?
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È accettabile che l’unica alternativa per una donna sia urinare in mezzo ai campi?
La sicurezza stradale è una cosa, il rispetto un’altra
L’incidente sulla A19 è stato grave e l’intervento delle forze dell’ordine necessario, ma non può giustificare la totale assenza di assistenza e l’indifferenza verso le esigenze basilari dei passeggeri.
Le scuse non bastano più: servono regole chiare e un servizio degno di questo nome.