Emerge un dettaglio assai “curioso” dietro l’avvio dei lavori per il dissalatore di Porto Empedocle, in corso di realizzazione. Nel decreto autorizzativo dell’impianto, vergato nei mesi scorsi dal commissario nazionale per la carenza idrica Nicola Dell’Acqua (nella foto in basso), si sottolinea con chiarezza “il carattere di urgenza, anche tenendo conto del maggiore fabbisogno idrico del territorio atteso, per effetto del riconoscimento di Agrigento come Capitale Italiana della Cultura 2025, legato alla realizzazione dell’impianto previsto nel Comune di Porto Empedocle, non consente di differire ulteriormente – nelle more del ricevimento degli ulteriori pareri attesi per l’impianto sito nel Comune di Trapani – l’approvazione del relativo progetto di fattibilità tecnico-economica”. Proprio così, ci voleva la nomina di Agrigento a capitale italiana della cultura (avvenuta nel maggio 2023, ndr) per fare accelerare gli scienziati romani a realizzare gli impianti di dissalazione a Porto Empedocle e Trapani. Ma c’è di più. Coloro i quali si chiedono cosa abbiano detto e fatto tutti gli enti chiamati a dire si o no alla realizzazione dell’impianto dove lo stanno realizzando, ovvero in area demaniale tra la centrale elettrica dell’Enel e la Capitaneria di porto, costoro sappiano che nessuno ha mosso un dito per dire “no”, facciamolo in altro spazio. Anche nel corso della conferenza di servizi svoltasi tra febbraio e marzo tutto il progetto è passato liscio come l’olio.

 

Una location folle, avallata da quasi tutti

Solo associazioni ambientaliste come Mareamico e Legambiente Circolo Rabat avevano sollevato il problema della salamoia prodotta dall’impianto, salamoia che invece di essere sparsa sulla spiaggia attigua la centrale Enel, sarà “sparata” al largo grazie a una lunga tubatura da realizzare ex novo. Tutti zitti e coperti, i politici locali distratti da altro, rispetto alla prospettiva di vedere sventrata la via principale della parte bassa della città, senza un reale guadagno in prospettiva. Unica e sola “umile richiesta” da parte del Comune, farsi asfaltare l’intera strada di via Empedocle dalle imprese impegnate nello scavo. Nessuno che abbia mosso un dito per dire “fate il dissalatore dove c’erano i vecchi”, evitando alla città questa folle realizzazione, al modico prezzo di 13 milioni di euro circa. Peccato che a occhio e croce, quando il dissalatore sarà attivato, prima di essere spostato – come dicono – a Trapani, l’anno di Agrigento Capitale della cultura sarà finito, ma i 13 milioni spesi saranno stati intascati da chi di competenza. Davvero una brillante operazione sotto tutti i punti di vista, con il commissario nazionale Dell’Acqua che (probabilmente) sarà stato male informato su dove e come stanno spendendo questi soldi pubblici.

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