Sogni il giorno della laurea, lo immagini con tutti i docenti che hanno seguito il tuo percorso accademico schierati con gli occhi dolci e la felicità condivisa di concludere il viaggio di studio. Il giorno della proclamazione è per chi lo ha vissuto un momento molto bello e indimenticabile. Peccato che viverlo ad Agrigento sottintende rischi davvero incredibili, nel vero senso della parola. Accade che questa mattina alcune laureande iscritte alla facoltà di Scienze dell’educazione primaria dell’Università agrigentina, accompagnate ovviamente da parenti e amici devastati come tutti dal caldo lancinante di questi giorni, hanno appreso che la cerimonia di proclamazione sarebbe iniziata con alcuni minuti di ritardo. Quanti, non era dato saperlo. La causa? I docenti interessati alla proclamazione non erano ancora arrivati ad Agrigento, a causa di un ritardo ferroviario, sul treno proveniente da Palermo.
Quelle sedie vuote …
Presente in aula una sola docente, la quale con evidente e comprensibile imbarazzo e grande senso di responsabilità, ha cercato di gestire al meglio l’insolita situazione, fino alla decisione finale. Visto che nella stessa aula la temperatura e il nervosismo dei presenti era ormai giunta ai limiti della sopportazione, la docente ha proclamato da sola (!!) le laureande, con tanti saluti e gratitudine da parte dei presenti. Di certo, non la proclamazione che le ragazze sognavano quando iniziarono il ciclo di studi, ma con la consapevolezza che la “colpa” di questa situazione non fosse nè loro, nè dell’ateneo agrigentino, nè dei docenti in ritardo, tanto meno della lucidissima docente, ritrovatasi a gestire questa grottesca situazione. Impossibile avere notizie sull’arrivo dei docenti ad Agrigento, anche perchè – come si legge in un altro articolo di Report Sicilia – il telefono della stazione ferroviaria centrale sostanzialmente non esiste. Anche per queste situazioni, è facile immaginare che le laureate di oggi, come tanti altri loro colleghi, in questa città non difficilmente rimarranno. Questa è la vera tragedia che coinvolge tante, troppe famiglie agrigentine.


