Dopo sei giorni di ricerche incessanti, senza risparmio di energie e risorse tecnologiche, col passare delle ore cala sempre più il livello di ottimismo sulla tragica sorte di Marianna Bello. In in clima irreale. Nei luoghi delle ricerche si continua a scandagliare palmo a palmo terreni, laghetti, fiumi, fin quasi ad arrivare al mare di Agrigento. A essere stati allertati sono stati anche i proprietari di serre in quel di Licata, nei cui terreni confluiscono ramificazioni fluviali. Fantascienza ormai. Al momento le ipotesi su dove sia finito il corpo della donna sono due: o incastrata non lontano dal luogo in cui sono stati rinvenuti alcuni effetti personali e la giacca, oppure – ed è lo scenario più drammatico possibile – che la donna sia stata scaraventata in mare, ormai priva di vita. I “bollettini” di aggiornamento sulla situazione nel corso della giornata odierna si sono diluiti, forse anche perchè le speranze di trovare in vita la madre di tre figli in tenera età sono ridotte al lumicino. La rassegnazione sul non trovarla in vita è ormai palpabile e molti stanno mollando la presa emotiva. Non tra chi cerca di dare comunque un finale umano a questa immane tragedia. Domani mattina si riprende l’attività di ricerca anche se è lecito chiedersi fino a quando proseguiranno, a distanza di una settimana dall’accaduto. Da indiscrezioni potrebbero proseguire fino a domenica prossima, a seguito di un vertice tra le istituzioni impegnate sul campo. Sul fronte delle indagini su quanto accaduto, dalla Procura della Repubblica si registra un rispettoso e realistico stand by, in attesa che si compia quello che mai nessuno avrebbe mai immaginato potesse e dovesse compiersi, confidando al contrario in un esito miracolosamente positivo della vicenda. Con la speranza che le condizioni meteo possano consentire gli ultimi disperati tentativi di trovare Marianna.

