Alla fine, con un certo ritardo, tra prima e dopo la tragedia di Marco Chiaramonti, il Comune la “lapazza” sulla buca di viale Emporium l’ha messa. Non che ci siano certezze sulla “responsabilità” della stessa buca nella dinamica dell’incidente stradale avvenuto la sera del 20 settembre scorso, dove perse la vita il cinquantenne amatissimo da tutta Agrigento e non solo. Sulle eventuali responsabilità del sinistro sta lavorando la Procura del capoluogo, con due persone indagate, tra le quali il responsabile del settore viabilità del Comune Alberto Avenia. A distanza di meno di un mese dalla disgrazia, dunque, dall’ufficio tecnico di palazzo dei Giganti hanno dato il via libera al tradizionale “rimedio” temporaneo per delimitare le zone pericolose delle strade cittadine. Aveva destato stupore il fatto che dopo il sinistro, ma anche prima per segnalare la presenza della buca, nessuno avesse dato mandato a un paio di operai di alzare la piccola recinzione dell’area a rischio. Quando sono scappati gli animali, si chiude il recinto verrebbe da dire, ma probabilmente questo tempo trascorso senza “lapazza” è stato determinato da un elemento tecnico. Fino a qualche giorno fa si sono svolte le perizie da parte dei tecnici nominati dalla procura e dalle stesse parti coinvolte nell’incidente. Rilievi che ovviamente, con la presenza della “lapazza” non avrebbero potuto essere svolte con certosina precisione, come il caso in questione richiede. La domanda adesso è un’altra: fino a quando durerà questa recinzione arancione con il cartello stradale attaccato? A giudicare dalle abitudini del Comune questo tipo di “opere” sono destinate a rimanere per tanto tempo, diventando arredo stradale. La speranza è che a questo punto chi di competenza si attivi per ripianare il manto stradale, andando – già che c’è – a rimuovere quella base di albero tagliato anni fa, sulla quale è andato a schiantarsi il corpo di Marco, dopo avere perso il controllo della propria moto. 

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