Il nuovo dissalatore di Porto Empedocle è stato attivato. Un evento nel suo piccolo storico, visto che si tratta del primo azionamento di un simile impianto a distanza di una ventina d’anni circa dallo stop inflitto a quello realizzato dal gruppo Campione, poi fallito sotto i colpi di costi di manutenzione ingestibili. Attenzione però, nella nuova condotta realizzata appositamente per immettere l’acqua dissalata nella condotta generale non è stata inserita una sola goccia di acqua proveniente dal mare, dopo accurata desalinizzazione. L’impianto realizzato a ridosso della centrale Enel, con ampio intervento sulla spiaggia per la possa di una settantina di metri di condotta collegata al mare, è stato “solo” acceso, per consentire sostanzialmente l’entrata in funzione dei vari sistemi di depurazione interni. Sono state ripulite dopo una sessantina d’anni le due vasche di raccolta d’acqua all’interno della centrale elettrica, indispensabili per effettuare i vari trattamenti di depurazione dell’acqua. L’attività di desalinizzazione vera e propria è previsto prenda il via entro la fine di questo mese, come da tabella di marcia da rispettare inderogabilmente, secondo il programma politico della Regione Sicilia e Siciliacque. L’accensione dell’impianto è avvenuta nei giorni scorsi, con immissione in mare dei primi litri di acqua prelevata e poi reimmessa, senza che lo stesso mare abbia visto mutare l’impatto estetico. Acqua di mare è entrata in impianto, acqua pulita e non trattata è stata reimmessa in mare. Diverso sarà il discorso quando inizierà la vera dissalazione, con espulsione della famigerata salamoia in mare. Qui la faccenda sarà molto diversa, visto che ad oggi la tubatura realizzata partendo dalla centrale, passando da sotto la spiaggia, sfocia a poche decine di metri dall’arenile. I sub hanno posato il tubo nei giorni scorsi, ma pare ancora lontano il tempo del prolungamento dello stesso tubo ai preannunciati 200 metri dalla battigia, conditio sine qua non chiesta in conferenza dei servizi dal comune di Porto Empedocle per “autorizzare” l’attivazione definitiva dell’impianto. Autorizzare per modo di dire, visto che la struttura commissariale nazionale ha pieni poteri per andare oltre ogni tipo di eventuale “bastone” tra le ruote. Il dissalatore inizierà a funzionare entro luglio, punto e basta e dovrebbe rimanere dov’è stato realizzato, a differenza di quello che avevano promesso i “padroni del vapore”. Dissero che sarebbe stato provvisorio e sarebbe stato successivamente trasferito in altra zona della Sicilia. Uno scenario che fu sconfessato nel corso del consiglio comunale straordinario dei giorni scorsi, dall’ingegnere Sansone della struttura commissariale nazionale, quando ebbe a dire che il dissalatore sarebbe rimasto a disposizione di Porto Empedocle, in attesa tra l’altro della costruzione di un altro impianto, più potente, nella zona dove sorge il “cimitero” di quelli vecchi, abbandonati da decenni nell’ex area Asi. Sul fronte della protesta soprattutto social non si registrano nuove fronde, nuove iniziative, da parte soprattutto del movimento Mare Nostrum, l’unica agglomerazione di persone che da settimane crea quantomeno dibattito e riflessione sulla questione. Una questione che ormai pare avviarsi verso una normalizzazione, come da programma dei promotori, in primis governo Schifani e Siciliacque. Soggetto, quest’ultimo, che dovrebbe gestire l’impianto per i prossimi due anni, per poi passare la mano a qualche privato. Con la speranza che i costi di manutenzione non causino il fallimento del progetto, come avvenuto un ventennio addietro.

