ANCORA UNA VOLTA LA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI DI AICA AVEVA RAGIONE ED HA ANTICIPATO I TEMPI E LE DENUNCE

Agrigento – La Corte dei Conti, nella bozza di referto approvata con deliberazione n. 213/2025/GEST del 7 agosto 2025 CORTE DEI CONTI AGOSTO 2025 delibera_213_2025_sicilia, mette nero su bianco le criticità dell’ATI Agrigento e della gestione AICA, evidenziando gravi inadempienze e carenze strutturali nella gestione del servizio idrico integrato.
Il documento, 224 pagine di analisi e dati, certifica che l’ATI Agrigento non ha ottemperato agli obblighi di trasmissione delle informazioni necessarie per la definizione delle tariffe ARERA per il periodo 2024-2029, e sottolinea che la gestione affidata ad AICA dal 3 agosto 2021 continua ad operare in un contesto di emergenza e fragilità finanziaria.

Nel referto si ricorda anche come alcuni Comuni abbiano richiesto la salvaguardia della gestione diretta (come Menfi, che ha dichiarato il dissesto finanziario), mentre altri siano stati commissariati per consegnare le reti e gli impianti ad AICA.

Un’analisi severa CORTE DEI CONTI AGOSTO 2025 delibera_213_2025_sicilia (1) pagine 1-52-53-, che si somma alla certificazione del disastro gestionale e finanziario già denunciato nei mesi scorsi dalla Consulta delle Associazioni e riportato da Report Sicilia (link all’articolo precedente).

In questo scenario, appare più chiara la scelta dell’Assemblea dei Sindaci di non dare mandato all’ufficio legale per procedere alla querela contro la Consulta, come aveva chiesto il sindaco di Agrigento, Franco Miccichè.
Con un referto della magistratura contabile che inchioda l’ATI Agrigento alle proprie responsabilità, un’azione giudiziaria sarebbe stata non solo rischiosa, ma potenzialmente controproducente sul piano mediatico e politico.

Il referto della Corte dei Conti, oltre a mettere in evidenza l’inadeguatezza amministrativa, richiama anche la cornice nazionale di intervento, citando la Cabina di regia per la crisi idrica istituita presso la Presidenza del Consiglio, e la necessità di un coordinamento strategico tra Governo, Regioni e Ministeri per fronteggiare una siccità che non è più emergenza contingente ma fenomeno strutturale.

Mentre il tempo passa e l’acqua continua a scarseggiare, il caso AICA rimane un nodo politico irrisolto, in cui si intrecciano inadempienze tecniche, responsabilità gestionali e calcoli di opportunità politica.