Nei giorni in cui Aica è come una barca nel mare durante una tempesta tropicale, ci sono i suoi dipendenti, i lavoratori, gente con famiglie al seguito, che reclama i propri diritti. Lo fa attraverso una durissima lettera firmata dai sindacati FILCTEM CGIL, FEMCA CISL, FEMCA CISL, con la quale si chiede un urgente incontro al prefetto Salvatore Caccamo. Ormai la misura pare più che colma. Dopo un paio di incontri con i vertici aziendali “saltati” nei mesi scorsi, la faccenda è diventata insostenibile. Scrivono i sindacati: “Constatiamo con gravissimo disappunto che, ad oggi, AICA ha disatteso sistematicamente ogni impegno precedentemente assunto e ogni atto propositivo avanzato dalle scriventi OO.SS., configurando un elemento di scorrettezza relazionale inaccettabile. Tale condotta, oltre a palesare una chiara e reiterata volontà elusiva del confronto sindacale, manifestatasi sin dagli esordi di questa governance e in contrasto con gli impegni assunti in Prefettura, rappresenta un tentativo inaccettabile di bypassare la rappresentanza dei lavoratori e di imporre condizioni individuali in violazione delle normative vigenti e degli accordi collettivi“.

Problemi irrisolti da oltre 4 anni

E ancora: “Siamo a riaffermare la persistenza delle criticità evidenziate sin dal 2 agosto 2021, data di costituzione della società AICA e le problematiche irrisolte afferiscono ad aspetti dirimenti quali: Mancata regolarizzazione degli inquadramenti contrattuali dei lavoratori, con conseguente lesione dei diritti economici e professionali. Gravi carenze in materia di igiene e sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/08), ascrivibili a inadeguatezza e vetustà impiantistica, nonché al presidio con mono-operatore negli impianti di depurazione, sollevamento e idrico, fattore di rischio elevatissimo per l’incolumità del personale. Retribuzioni non adeguate rispetto alle mansioni svolte e al CCNL di riferimento, generando disparità e demotivazione. Mancanza di definizione di un orario di lavoro predefinito, con ripercussioni negative sulla conciliazione vita-lavoro dei dipendenti”.

Difficoltà sul posto di lavoro e rischio di essere aggrediti dagli utenti esasperati

E non finisce qui: “Irregolarità nella gestione della reperibilità, dei turni e del riposo settimanale. L’Azienda si è costantemente sottratta al confronto su tali temi, disattendendo la normativa contrattuale che impone una definizione congiunta e limitando di fatto l’azione rappresentativa delle OO.SS., configurando così una condotta antisindacale metodicamente perpetrata. Problematiche specifiche del settore Front-Office. Nelle sedi centrale e periferiche (come dettagliato nella nota già inviata all’azienda a gennaio, che si allega per completezza), la situazione si è aggravata a seguito della riduzione del personale addetto”. Senza dimenticare – e i sindacati non dimenticano che “ciò relega i 3,5 operatori della sede principale e i 2 operatori della sede di Sciacca in una posizione lavorativa costrittiva, che potrebbe precludere la programmazione di ferie e permessi e obbligandoli a mansioni di vigilanza e portineria. Tale prassi discrimina questi lavoratori, di fatto, da ogni flessibilità concessa al resto del personale. Inoltre, la perdurante crisi idrica territoriale, per la quale non sono state individuate soluzioni certe, espone i lavoratori del Front-Office a pericoli di aggressione da parte dell’utenza, esasperata dalla situazione contingente”. Il tutto mentre l’azienda ha pagato solo il 70% della quattordicesima mensilità, senza che si sappia che fine abbia fatto il restante 30%. I lavoratori tramite i sindacati attendono l’intervento del prefetto. Bisogna vedere chi sarà l’interlocutore, visto che Aica al momento è privo di Cda dopo le dimissioni del precedente e l’incapacità dei sindaci di eleggere quello nuovo. 

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