Agrigento – Come se sette mesi di silenzio, rinvii, crolli e attese infinite non fossero già un peso insopportabile per la città, nelle ultime ore emerge un nuovo elemento che aggrava ulteriormente la situazione dell’ex ospedale di via Atenea.

Non si tratta di supposizioni. Non si tratta di “voci”.
È tutto scritto nero su bianco in un documento ufficiale dell’Università degli Studi di Palermo, custodito agli atti dell’indagine sul crollo del 15 maggio 2025. Un documento urgente, allarmante, e per certi versi clamoroso.

📄 Si parla di infiltrazioni d’acqua meteorica nei negozi sottostanti, filtrate dalle aree dell’ex ospedale – oggi sotto sequestro – a causa di piogge recenti e del cedimento strutturale.

E lo certifica proprio chi dovrebbe garantire la custodia del bene.


Il documento shock: i commercianti segnalano infiltrazioni, l’Università conferma

Nel testo inviato al GIP Micaela Raimondo e al PM Annalisa Failla, l’ingegnere Antonio Sorce – custode giudiziario dell’immobile – comunica di aver ricevuto due segnalazioni formali dai titolari delle attività commerciali ai piedi dell’edificio.

Le date parlano chiaro:

  • 29 settembre 2025

  • 1 ottobre 2025

Le infiltrazioni si sono verificate durante le recenti piogge e provengono proprio dalle aree dell’ex ospedale crollato e attualmente sotto sequestro.

Il custode giudiziario chiede al Tribunale di poter entrare nella zona interdetta per verificare la situazione, alla presenza del CTU nominato dalla Procura.

👉 Una frase del documento pesa come un macigno:

“Tale attività si rende urgente e necessaria per scongiurare l’aggravio di possibili danni a proprietà di terzi, anche in considerazione delle avverse condizioni meteorologiche.”

Nota Tribunale Agrigento per infiltrazione (1)

In altre parole: piove, il solaio e le aree soprastanti cedono, l’acqua scende, e il rischio di danni – anche seri – è concreto e attuale.


Il quadro è drammatico: c’è un crollo, non una relazione, nessuna messa in sicurezza, e ora pure le infiltrazioni

Quello che emerge è gravissimo:

  • Un crollo enorme in pieno centro storico

  • Sette indagati, tra cui rettore, DG, tecnici dell’Università e dell’impresa

  • Nessuna relazione depositata, nemmeno quella sulla messa in sicurezza

  • Proroga chiesta dal CTU

  • Muraglione ancora instabile

  • Area senza opere provvisionali

  • Acqua che filtra nei negozi e rischia di compromettere le strutture sottostanti

È ormai evidente che la situazione dell’ex ospedale non è solo un problema giudiziario.
È un’emergenza urbana.
Una potenziale catastrofe annunciata.

E mentre si aspetta l’udienza del 26 novembre, la domanda è una sola:

👉 Quanto ancora si deve aspettare prima che qualcuno chiuda quell’area e garantisca la sicurezza dei cittadini?


Il documento dell’Università smentisce mesi di minimizzazioni

Il documento firmato dall’ing. Sorce smentisce, pezzo per pezzo, tutte le rassicurazioni diffuse informalmente negli ultimi mesi da diversi ambienti istituzionali.

Non è vero che:

  • “la situazione è monitorata”

  • “non c’è pericolo immediato”

  • “l’area è sotto controllo”

Se l’Università – che è proprietaria dell’immobile – scrive al Tribunale chiedendo interventi urgenti per evitare danni ai negozi, significa solo una cosa:
il rischio è reale e attuale.

E allora diventa inevitabile chiedersi:

📌 Il Comune è stato informato?
📌 Il Sindaco ha effettuato sopralluoghi?
📌 I Vigili del Fuoco hanno valutato il rischio residuo?
📌 I cittadini lo sanno?


Chiudere subito parte di via Atenea? Una possibilità che non può più essere esclusa

Già nel precedente articolo abbiamo pubblicamente sollevato l’ipotesi che, in assenza di una perizia tecnica, il Sindaco possa essere costretto a chiudere la parte di via Atenea più esposta, per evitare rischi a commercianti, residenti e passanti.

Con questo nuovo documento, quell’ipotesi diventa ancora più concreta.

La zona che va:

  • dalla Prosciutteria

  • al Circolo Feace

  • passando per la scalinata verso Vicolo Ospedale

potrebbe rientrare in una perimetrazione ad alto rischio.

Perché quando un edificio crolla, e quello che resta in piedi fa filtrare acqua nei negozi, significa che la stabilità dell’intero complesso è compromessa.


Agrigento merita la verità. E merita protezione.

Report Sicilia continuerà a seguire ogni passaggio, ogni documento, ogni udienza.

La città non può essere ostaggio di:

  • ritardi inspiegabili

  • perizie che non arrivano

  • rimbalzi di responsabilità

  • strutture che crollano

  • infiltrazioni ignorate

  • commercianti che lavorano sotto tonnellate di macerie instabili

Agrigento ha diritto alla trasparenza.
Ha diritto alla sicurezza.
E ha diritto a sapere chi doveva controllare, chi non l’ha fatto e perché.

Questo documento lo dimostra:
non è più il tempo dei rinvii, delle proroghe, dei silenzi.

È il tempo delle decisioni.

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