Quando si dice che a volte le assenze fanno più “rumore” delle presenze. Come ad esempio ad Agrigento, dove nel giorno della Festa della Repubblica a balzare agli occhi dei più attenti sono state le assenze – appunto – dei vertici delle massime istituzioni giudiziarie della città dei Templi, ovvero il procuratore della Repubblica Giovanni Di Leo e il presidente del palazzo di giustizia Giuseppe Melisenda Giambertoni. Come ogni anno, in occasione di simili ricorrenze “nazionalpopolari” nelle prime file campeggiano le sagome dei massimi esponenti delle istituzioni dello Stato, dal Prefetto… “a scendere”. Infatti c’era il già apprezzatissimo Salvatore Caccamo, c’era il neo presidente della Provincia Giuseppe Pendolino, c’era il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè, i vertici provinciali delle forze dell’ordine, decine di portaborse e pseudopolitici indigeni. Non c’erano il procuratore e il presidente del Tribunale. Assenze che sono state notate subito. C’è ovviamente da ritenere che entrambi gli illustri rappresentanti dello Stato ad Agrigento e dintorni siano stati trattenuti in altra sede da indifferibili e concomitanti motivi personali, tali da non consentire loro di di partecipare all’appuntamento con la Festa della Repubblica. Dando per scontato un simile scenario, non è mancato però il commento di qualche osservatore più pungente delle “cose agrigentine”, pronto a ipotizzare una doppia possibile assenza, dettata dalla necessità degli illustri assenti di dedicarsi ad attività probabilmente più concrete, anche nel giorno in cui quasi tutti festeggiano anche in forma ufficiale. Agrigento da settimane è al centro di indagini che coinvolgono nella veste di indagati alcuni “big” della politica e dell’imprenditoria, con la Procura in primissima linea in tal senso. Ognuno può dare la chiave di lettura che meglio crede, resta una certezza: anche non partecipando alla festa del 2 giugno, il procuratore della Repubblica e il presidente del Tribunale sono avamposto sempre più indispensabile, affidabile e prioritario per questa martoriata terra agrigentina. Tanto il 2 giugno si festeggerà anche il prossimo anno e saranno 80 anni dalla scelta tra la Repubblica e la monarchia.

