Nel silenzio assordante delle istituzioni locali, continuano a emergere dubbi e allarmi sulla regolarità della fideiussione usata da AICA per ottenere l’anticipo di milioni di euro destinati ai lavori sulla rete idrica di Agrigento. Le nostre inchieste giornalistiche (link 1link 2) hanno posto interrogativi gravi, ma ancora nessuna risposta ufficiale è arrivata da chi di competenza. Eppure, il tema è tutt’altro che marginale.

A lanciare l’ennesimo allarme è l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), che assieme a Banca d’Italia e IVASS ha recentemente diffuso una comunicazione congiunta in cui viene evidenziato un rischio concreto e sistemico: l’utilizzo, da parte delle Pubbliche Amministrazioni, di garanzie fideiussorie false o emesse da soggetti non autorizzati.

Fideiussioni irregolari, un pericolo reale

Nel contesto del PNRR e di altre risorse pubbliche straordinarie, l’attenzione sulle garanzie finanziarie è altissima. Secondo ANAC, l’accettazione di polizze o garanzie contraffatte o non valide può compromettere l’esecuzione delle opere, produrre danni economici gravissimi e alterare la regolarità degli appalti.

La comunicazione degli enti regolatori, aggiornata rispetto alla precedente del 2020, fornisce istruzioni operative dettagliate per verificare:

  • l’autenticità delle garanzie;

  • la legittimazione dei soggetti emittenti;

  • la correttezza dei recapiti (che non vanno mai presi dalle carte fornite dai soggetti stessi, ma solo da fonti ufficiali come IVASS, Banca d’Italia, EBA ed EIOPA).

Solo alcuni soggetti possono emettere fideiussioni

Le PA devono accettare fideiussioni esclusivamente da:

  • banche autorizzate;

  • intermediari finanziari ex art. 106 TUB;

  • confidi maggiori;

  • imprese assicurative abilitate al ramo cauzioni.

Qualsiasi altro soggetto – incluse fiduciarie, società di mutuo soccorso, confidi minorinon è abilitato. E accettare garanzie da questi soggetti espone l’Ente pubblico a danno erariale.

Il caso AICA: tutto sotto silenzio

Nel caso AICA–Agrigento, la fideiussione usata per sbloccare gli anticipi regionali destinati alla rete idrica è da settimane al centro di interrogativi inquietanti. Secondo le fonti in nostro possesso, il soggetto emittente non rientrerebbe tra quelli abilitati dalla normativa vigente. Eppure, nessun ente – né l’assessorato regionale, né il Comune, né la stessa AICA – ha chiarito ufficialmente se siano stati effettuati i controlli previsti dalla legge.

Un comportamento che, alla luce del richiamo di ANAC, assume contorni ancora più gravi.

“Nessuna garanzia deve essere accettata senza controllo scrupoloso”

Questo è il messaggio che arriva forte e chiaro da ANAC, IVASS e Banca d’Italia. Il rischio non è solo procedurale: è patrimoniale. Milioni di euro pubblici potrebbero essere stati anticipati su basi irregolari. E nel caso di un default o di una controversia, il danno ricadrebbe sui cittadini e sull’erario.

L’invito delle autorità è netto: controllare tutto, sempre, e solo attraverso i canali ufficiali. Nessuna autocertificazione, nessun recapito “a piacere”, nessun affidamento sulla parola. La sicurezza delle finanze pubbliche non si garantisce con la fiducia, ma con la verifica.


Report Sicilia invia questo approfondimento alle autorità competenti

Alla luce della gravità dei fatti emersi, Report Sicilia ha trasmesso ufficialmente questo articolo di approfondimento a:

  • S.E. il Prefetto di Agrigento

  • Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento

  • Autorità d’Ambito Territoriale Idrico (ATI) di Agrigento

  • AICA – Azienda Idrica Comuni Agrigentini

  • Sindaco del Comune di Agrigento, Dott. Francesco Miccichè

  • Segretario Generale del Comune di Agrigento

  • Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Agrigento

  • Comando Provinciale dei Carabinieri di Agrigento

  • Questura di Agrigento – Polizia di Stato

L’obiettivo è sollecitare un intervento formale e immediato, volto ad accertare la piena regolarità delle procedure adottate e a garantire la tutela dell’interesse pubblico e della legalità.


Il caso AICA non è un dettaglio tecnico. È una questione di trasparenza, di giustizia amministrativa e di rispetto delle regole.
E Agrigento, oggi più che mai, merita risposte. Non silenzi.

La chiusura che non dovrebbe mai servire, ma che qui è necessaria

Ad Agrigento, le leggi non sono leggi: sono indirizzi politici, spesso disattesi, e nessun organo fa nulla per farle rispettare.
Agrigento è diventata un’isola felice per truffatori e malavitosi.

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