Agrigento – Mentre la città affonda tra crisi idrica, disservizi e una Capitale della Cultura sempre più lontana dalla realtà vissuta dai cittadini, la Fondazione “Agrigento 2025” continua imperterrita a sfornare incarichi retribuiti. Lontani dall’essere segnali di rilancio o trasparenza, sembrano piuttosto gli ultimi fuochi di un sistema opaco e autoreferenziale, che pensa prima a distribuire incarichi e poi – eventualmente – a far cultura.

Con due distinti provvedimenti firmati dal Direttore Generale e dalla Presidente della Fondazione, sono stati pubblicati nuovi avvisi e conferiti incarichi, quando mancano pochi mesi alla chiusura formale del progetto Agrigento Capitale della Cultura 2025.


Due nuovi “Assistenti Curatori” per 15.000 euro complessivi

Con avviso pubblico del 5 agosto 2025 Avviso Pubblico – Assistente Curatore, la Fondazione ha avviato una procedura per il conferimento di due incarichi professionali da 7.500 euro lordi ciascuno, per la figura di “Assistente curatore di progetti culturali”, con contratti di lavoro autonomo professionale.

Il bando, pubblicato sul sito istituzionale, è destinato a figure che dovranno supportare i curatori, coordinare eventi, gestire logistica e relazioni esterne, in un momento in cui – come si legge nello stesso atto – la fase progettuale è già quasi del tutto conclusa.

“Le attività richiedono un particolare impegno nella fase realizzativa”, scrive il Direttore Generale nell’atto allegato all’avviso.

Una giustificazione che suona paradossale: dopo aver già speso oltre 4 milioni di euro in eventi e consulenze, si continua ad assegnare incarichi per seguire “progetti esecutivi” che, nei fatti, nessuno riesce a quantificare o valutare pubblicamente.


Altro giro, altro regalo: arriva anche il collaboratore contabile “in prestito” dal Consorzio

Come se non bastasse, con Determinazione Presidenziale n. 6 del 6 agosto 2025 D.P. n. 6 del 06.08.2025, è stata formalizzata la nomina della Dott.ssa Maria Distefano – dipendente del Libero Consorzio Comunale di Agrigento – come collaboratrice contabile esterna della Fondazione.

L’incarico, della durata fino al 30 giugno 2026, prevede un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, e si aggiunge all’organico già esistente della struttura, ampliando ulteriormente la macchina burocratica e retribuita della Fondazione.


Una Fondazione che costa, assume, ma non comunica

A chi chiede trasparenza, la Fondazione risponde con bandi-lampo, compensi omnicomprensivi, curricula da selezionare in pochi giorni a metà agosto, mentre i cittadini non sanno ancora quali eventi siano realmente previsti da qui a dicembre, quale sia il bilancio aggiornato, e quante risorse pubbliche siano rimaste.

Di fatto, si è creata una struttura parallela, opaca, autoreferenziale, senza controllo pubblico diretto, nonostante sia finanziata con soldi dei contribuenti e partecipata da enti pubblici (Comune, Regione, Libero Consorzio).


Una “Capitale della Cultura” trasformata in ufficio di collocamento?

Se Agrigento 2025 fosse stata realmente l’occasione per cambiare il volto della città, oggi dovremmo vedere opere infrastrutturali, eventi visibili, cambi di paradigma.

E invece, a vincere è il solito modello siciliano: incarichi, compensi, poltrone, senza visione né strategia, con bandi che sembrano più rispondere a logiche interne che a necessità operative.

In un momento in cui la città è in difficoltà, l’impressione è che la Fondazione stia spendendo gli ultimi soldi per retribuire fedelissimi, amici o tecnici fidati, lasciando ai cittadini solo qualche foto su Instagram e l’amaro in bocca.


Una richiesta urgente: fermare le nomine e rendere pubblici i conti

Report Sicilia chiede che:

  • venga immediatamente pubblicato il bilancio dettagliato della Fondazione;

  • siano sospese tutte le nuove nomine e collaborazioni, vista la chiusura imminente del progetto;

  • venga istituita una commissione di vigilanza indipendente, composta da cittadini, associazioni e soggetti terzi, per monitorare le spese e valutare l’impatto reale delle attività svolte.

La cultura non può essere un pretesto per moltiplicare poltrone. Agrigento merita molto di più.

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