Agrigento, Capitale Italiana della Cultura 2025, e Gibellina, candidata a Capitale dell’Arte Contemporanea, condividono un destino che sembra confermare un’amara verità: in Sicilia, le grandi opportunità rischiano spesso di trasformarsi in banali occasioni di conflitto e autodistruzione. È in questo clima che arriva la decisione clamorosa dell’onorevole Calogero Pumilia, che ha annunciato le sue dimissioni da presidente della Fondazione Orestiadi, lasciando trasparire un netto dissenso verso l’attuale gestione delle politiche culturali e territoriali.
La denuncia di Pumilia: protagonismo e autodistruzione
Nella sua nota, Pumilia non usa mezzi termini per descrivere la situazione: “Come una sorta di dannazione, in questa terra di Sicilia spesso si è molto bravi a trasformare un’opportunità in un’occasione di rissa banale e volgare.” Un’accusa che, se da un lato si riferisce direttamente alla situazione a Gibellina, si estende implicitamente anche ad Agrigento, recentemente oggetto di scherno nazionale per i numerosi errori organizzativi e simbolici, culminati nella critica del Corriere della Sera.
Secondo Pumilia, l’attuale clima politico e amministrativo è dominato da un desiderio di infantile protagonismo e da un’inconsapevole autodistruzione che rischiano di minare le fondamenta del rilancio culturale della Sicilia.
I successi della Fondazione Orestiadi e il rischio di un’inversione di rotta
L’onorevole ricorda i progressi fatti dalla Fondazione Orestiadi negli ultimi dieci anni. Da una condizione di totale fallimento e chiusura, l’istituzione è tornata ad essere un punto di riferimento per l’arte contemporanea, ottenendo riconoscimenti a livello regionale e nazionale. La Fondazione ha preservato la memoria del suo fondatore, Ludovico Corrao, ed espanso la sua presenza oltre la sede naturale di Gibellina, rafforzando il suo ruolo nella promozione culturale siciliana.
Ma Pumilia avverte che, “nella peggiore tradizione isolana,” è iniziato un percorso inverso. Le sue dimissioni rappresentano un grido d’allarme contro un sistema che sembra aver smarrito la priorità di valorizzare il territorio e la cultura, lasciando spazio a interessi personali e conflitti sterili.
Agrigento e Gibellina: due simboli di una Sicilia in bilico
La crisi non riguarda solo Gibellina, ma anche Agrigento, Capitale Italiana della Cultura 2025. Come sottolineato più volte dal Codacons e ripreso anche dal nostro giornale, Agrigento si trova a gestire questa opportunità storica in un clima di improvvisazione e approssimazione. Dal caos organizzativo alla mancanza di servizi essenziali, fino alle “figuracce” nazionali come quelle legate ai cartelli segnaletici, il capoluogo rischia di trasformare un evento di rilievo in una debacle internazionale.
Anche a Gibellina, l’onorevole Pumilia segnala lo stesso problema: si pensa a tutto, tranne che al rilancio del territorio e della cultura. “In attesa che ‘arrivi il futuro,’ arriva e prevale il desiderio di infantile protagonismo e di inconscia autodistruzione,” scrive con amarezza.
Un monito per la politica siciliana
Le dimissioni di Pumilia rappresentano un segnale chiaro: senza una visione strategica e una gestione responsabile, le grandi opportunità rischiano di andare sprecate. In un momento in cui la Sicilia dovrebbe dimostrare il suo potenziale culturale e territoriale, la realtà si presenta frammentata e dominata da conflitti interni.
Pumilia, con il suo gesto, pone l’accento sulla necessità di un cambio di rotta, affinché il territorio e la cultura tornino al centro delle politiche pubbliche. Il suo atto di dimissioni è un invito alla riflessione per evitare che la Sicilia perda, ancora una volta, una grande occasione.