A Fontanelle la discarica brucia ancora e il Comune di Agrigento, senza soldi per bonificare, decide di coprire tutto con terra pulita. Nessuna rimozione, nessun risanamento. Una bomba ecologica sotto i piedi dei cittadini.
A Fontanelle l’aria continua a bruciare, e non solo metaforicamente. La discarica abusiva sotto sequestro, già oggetto di un’inchiesta giudiziaria con 15 indagati e avvisi di conclusione indagini, ha preso nuovamente fuoco nei giorni scorsi, sprigionando diossina, fumi neri e veleni che hanno invaso la frazione e intossicato decine di famiglie.
Tutto ciò era ampiamente prevedibile, se solo il Comune avesse attuato una bonifica seria subito dopo il sequestro, come prevede la legge in caso di pericolo per la salute pubblica. Ma niente: nessuna richiesta di autorizzazione alla Procura, nessun piano tecnico, nessuna spesa per la messa in sicurezza.
L’intervento “amichevole” delle ruspe: non bonifica, ma occultamento
Dopo l’ennesimo incendio, documentato da Report Sicilia nel servizio “Fontanelle in fiamme, l’inferno lambisce le case”, l’ARPA è intervenuta per i rilievi, confermando la gravità del rischio ambientale.
Nel frattempo, il Comune, senza fondi per procedere a una vera bonifica, ha chiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco, che – secondo quanto raccolto – sarebbero intervenuti su “sollecitazione amichevole” di un ufficiale amico del sindaco Miccichè.
Il risultato? Nessuna rimozione di rifiuti, ma copertura dei materiali bruciati con terra pulita, creando una bomba ecologica sotterranea pronta a esplodere con le prime piogge.
Altro che bonifica: si crea una discarica chimica sotto la terra
Quello che sta accadendo in queste ore è uno scempio ambientale. Nessuna ditta specializzata, nessuna inertizzazione, nessuna impermeabilizzazione.
Solo detriti, plastiche, ceneri tossiche e materiali cancerogeni interrati sotto pochi centimetri di terra, in un’area non protetta, esposta a ogni agente atmosferico.
Alla prima pioggia, il percolato finirà nel suolo, nei corsi d’acqua e potenzialmente nelle condutture idriche. Agrigento rischia un disastro sanitario, voluto e pianificato da chi avrebbe dovuto proteggere i cittadini.
Il sindaco medico, muto di fronte alla salute pubblica
E non si può ignorare un fatto: il sindaco Francesco Miccichè è anche un medico. Dunque ben consapevole del pericolo che rappresenta l’esposizione a diossina e alle microparticelle sprigionate dalla combustione dei rifiuti plastici.
Eppure, in tutta questa vicenda, nessuna ordinanza contingibile e urgente è stata emanata, come previsto dall’art. 50 del TUEL. Nessuna comunicazione ai cittadini, nessuna conferenza stampa, solo inaugurazioni e passerelle.
Un sindaco che dimentica il dovere primario della sua carica: tutelare la salute dei cittadini. E che, nel dubbio, preferisce seppellire la verità sotto una colata di terra.
Report Sicilia presenta denuncia alle autorità: Prefetto e Procura allertati
Abbiamo documenti, video, foto, rilievi e testimonianze. E per questo motivo, il nostro giornale ha deciso di trasmettere tutto alle autorità competenti:
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Prefetto di Agrigento,
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Procuratore della Repubblica,
- Polizia Locale
- Polizia Provinciale Nucleo Anti inquinamento
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ARPA Sicilia,
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Carabinieri del NOE,
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Guardia di Finanza.
Non è solo una questione giornalistica, ma una denuncia pubblica fondata su fatti, atti e documentazione. L’intervento del Comune, lungi dal risolvere il problema, lo aggrava, trasformando un’area sequestrata in una discarica tombata illegale.
Conclusione: Agrigento avvelenata, ma i soldi vanno altrove
Il Comune non ha soldi per bonificare Fontanelle, ma ha trovato in questi anni milioni di euro per spettacoli, festival, luci, concerti, fuochi d’artificio.
A Fontanelle non servono spettacoli, ma verità, bonifiche e giustizia.
E noi non ci fermeremo.





