Agrigento – Non sempre le storie di teatro si consumano sul palcoscenico. A volte, la scena più intensa si svolge ai piedi di esso, tra la gente, senza luci né sipari. È quello che è accaduto questa mattina, a margine della presentazione della stagione 2025/2026 del Teatro Pirandello, quando Francesco Bellomo, ex direttore artistico, si è concesso a un’intervista a cuore aperto.

Dimessosi due mesi fa, Bellomo ha lasciato l’incarico a seguito di una vicenda giudiziaria che lo avrebbe coinvolto a Roma per fatti estranei alla gestione del Teatro Pirandello. Un’uscita di scena compiuta in punta di piedi, per tutelare non solo la propria immagine e la propria famiglia, ma anche la credibilità di un’istituzione culturale di cui, fino ad allora, era stato il volto e il motore creativo.

Nell’intervista video allegata, Bellomo non nasconde le emozioni. Tra ricordi toccanti e riflessioni mature, emerge il ritratto di un uomo consapevole della propria estraneità ai fatti contestati, ma deciso a fare un passo indietro per rispetto verso la città e verso l’incarico ricoperto.

«Quando si ricopre un ruolo pubblico – ha dichiarato – non si è soltanto professionisti, ma anche custodi dell’immagine di un’intera comunità. In certi momenti, la scelta più difficile è anche la più giusta».

Bellomo lascia così l’eredità di una direzione artistica che ha segnato un capitolo importante nella storia recente del Pirandello, contribuendo a innalzare il livello qualitativo del cartellone e a rafforzare il legame tra il teatro e il pubblico agrigentino.

La nuova stagione porta la firma di Roberta Torre, ma tra le righe del programma – ideato in parte con lo stesso Bellomo – resta la traccia di un lavoro che ha unito creatività, professionalità e una visione culturale che guarda oltre i confini cittadini.

Oggi, più che mai, il gesto di Bellomo diventa un messaggio: la dignità e la responsabilità non sono mai fuori scena.

Autore