Dobbiamo chiedere scusa ai nostri figli. Siamo bravissimi, specie quelli di noi (loro) che ricoprono cariche istituzionali, pronti a dichiarare il lutto cittadino nel comune teatro della tragedia, avvenuta in un giorno o notte qualunque. Tutti costernati, tutti sconvolti per disgrazie che non si consumano solo per colpa di un destino cinico e baro. Dobbiamo chiedere scusa ai nostri ragazzi, perchè consideriamo la loro generazione peggiore della nostra, solo che non è vero. La generazione dei 50enni in circolazione è la peggiore che sia mai comparsa sulla faccia della terra. Siamo o troppo distratti o troppo morbosi, desiderosi di vivere nel nostro mondo senza i ragazzi tra i piedi o fin troppo “appiccicati” ad adolescenti che devono fare le loro esperienze. Un bivio dinanzi al quale tanti, troppi genitori preferiscono stare fermi, senza scegliere la strada. Dobbiamo chiedere scusa ai nostri figli perchè li facciamo crescere in città brutte, pericolose, inutili, senza stimoli positivi. Il luogo di ritrovo non può essere il pub, con tutto il rispetto per chi col pub ci mantiene la famiglia onestamente. Troppi ragazzini col “bicchierino” in mano, troppe ragazzine “travestite” da donne mature. Si dirà: è sempre successo, ma non come oggi.
Tra “boomer” e rincoglioniti da internet
Dove sono finiti i “muretti”, le passeggiate nel corso principale e tanti altri momenti ormai considerati da “boomer”? Dobbiamo chiedere scusa ai nostri figli che si schiantano tra loro con i veicoli che gli regaliamo (“perchè ce l’hanno tutti i miei amici”) con tanti sacrifici, affidandoli al loro senso di responsabilità e, troppo spesso, al destino. Ragazzi anche minorenni fuori casa, di notte, fino alle ore piccole, alla faccia della prima ora di scuola dell’indomani. Si dirà che le tragedie possono avvenire anche alle 19, ma al destino meglio non fare il solletico. Dobbiamo chiedere scusa a questi nostri ragazzi, ai quali non sappiamo dire di “no”, non sappiamo insegnare il rispetto della vita, propria e degli altri che li circondano. Si sentono invincibili con questi maledetti smartphone perennemente in mano, rincoglioniti come se assumessero crak, capaci perfino di non rispondere ai propri genitori quando vengono chiamati. Dobbiamo chiedere scusa ai nostri figli che a scuola imparano tante nozioni, ma ai quali troppo spesso non viene dato spazio alla loro fantasia o a una sana “follia”, capace di renderli straordinari nel piattume generale. Questa pessima generazione di genitori/educatori cinquantenni si interroghi in fretta su cosa sta accadendo, ma sappia anche dare delle risposte a questa interrogazione. Perchè la bocciatura dinanzi ai nostri figli appare inevitabile. E con i lutti cittadini non ci si lava la coscienza.
Un bollettino di guerra, ma c’è speranza
Le cronache sono ormai tracimanti di fatti terribili con i nostri ragazzi nella veste di vittime e carnefici, come mai avveniva in passato. Di chi è la colpa? Di chi è chiamato a dare l’esempio, ovvero noi. L’incapacità di tramandare valori come il rispetto di se stessi e degli altri causa le tragedie, gli omicidi, gli incidenti stradali, stupri, i suicidi e tanta altra disperazione. Nonostante tutto i ragazzi di oggi sono meglio dei loro genitori, senza ombra di dubbi. Capaci di superare i limiti imposti da famiglie con carenze enormi dal punto di vista valoriale e città che offrono poco o nulla. Quindi, scusate ragazzi se vi facciamo morire sulle nostre strade assassine e non vi sappiamo insegnare il valore della vita. Chi può cambiare questo trend? La scuola? No, i bravi insegnanti sono pochissimi e quelli che ci sono rischiano, tra le altre cose, di essere picchiati dai genitori incazzati per la nota data al loro figlio. La Chiesa? Il concetto di “vorrei, ma non riesco” calza. La famiglia? Avanti un altro. Nessuna speranza quindi? No, la speranza cammina sulle gambe dei nostri ragazzi, basta guardarli negli occhi – quando non sono narcotizzati dai cellulari – per capire che ce la possono fare. Nonostante noi, chiedendogli scusa.

