Con una lunga e accorata lettera aperta indirizzata a Laura Castelli, Presidente di Sud Chiama Nord, e Cateno De Luca, leader del partito, Giuseppe Di Rosa ha annunciato le sue dimissioni dalla carica di Coordinatore Provinciale del movimento ad Agrigento. Una scelta che, come sottolinea l’autore, non arriva a cuor leggero, ma si impone come inevitabile di fronte a un presunto cambio di direzione del progetto politico.

Un progetto civico tradito

Di Rosa ha aderito a Sud Chiama Nord credendo in una visione politica innovativa, lontana dai compromessi e dalle logiche di potere tradizionali. Tuttavia, nella lettera, esprime la sua delusione per un progressivo avvicinamento del movimento a modelli amministrativi e partiti che, in passato, erano stati apertamente criticati.

“La politica dei partiti non mi appartiene,” scrive Di Rosa, aggiungendo che i valori di trasparenza, indipendenza e libertà che avevano caratterizzato il progetto iniziale sono stati progressivamente accantonati. Il partito, denuncia, ha intrapreso un percorso che lo porta a stringere legami con realtà politiche tradizionali e spesso compromesse.

Critiche al sistema politico locale

La lettera di Di Rosa dedica ampio spazio alla critica del sistema politico di Agrigento, accusato di essere dominato da logiche di favoritismo, malaffare e gestione clientelare delle risorse pubbliche. Tra le sue denunce più forti:

  • Sprechi di denaro pubblico: Secondo Di Rosa, l’amministrazione di Agrigento ha dilapidato 20 milioni di euro in cinque anni in feste e sagre, ignorando i bisogni reali della città.
  • Caso SUV e computer: Fondi destinati alla solidarietà sociale sarebbero stati utilizzati impropriamente per l’acquisto di SUV e attrezzature non essenziali, con conseguente condanna da parte della Corte dei Conti.
  • Villa del Sole: La demolizione dell’edificio storico per costruire un asilo nido, in violazione di vincoli paesaggistici, viene definita “l’apice di una gestione amministrativa scandalosa”.
  • Infiltrazioni e arresti: Cita i procedimenti in corso contro figure chiave dell’amministrazione, incluso il capo di gabinetto e consulenti per il Piano Regolatore Generale, accusando il Comune di essere al centro di un sistema opaco.

Il ruolo del partito e le responsabilità di Cateno De Luca

Di Rosa non risparmia critiche a Cateno De Luca, accusandolo di non aver sostenuto la sua battaglia contro il malaffare ad Agrigento. “Mi aspettavo che mi stesse vicino, ma è scomparso, lasciandomi combattere da solo,” si legge nella lettera.

Aggiunge, però, che ora tutto è chiaro: la mancata vicinanza da parte del leader del partito non era casuale, ma dettata dalla volontà di non infastidire coloro che oggi sono diventati i suoi compagni di viaggio politici. “Non si voleva disturbare chi rappresenta quel sistema che criticavamo e da cui dovevamo prendere le distanze,” sottolinea Di Rosa con amarezza, denunciando quello che vede come un tradimento dei valori originari del progetto.

Un futuro di impegno civico

Nonostante il ritiro dalla politica di partito, Di Rosa promette di continuare la sua lotta per la giustizia e la trasparenza attraverso il Codacons, associazione nella quale è attivamente impegnato. Sottolinea con forza che non si unirà ad altri partiti, ma resterà fedele ai principi di un vero civismo.

Conclude con un messaggio chiaro: “La politica dei compromessi non fa per me. Continuerò a combattere, anche da solo, contro chi ostacola lo sviluppo e la legalità nella nostra provincia.”


Conclusione

L’articolo, corredato dal testo integrale della lettera, intende offrire ai lettori una visione completa delle dimissioni di Di Rosa, un gesto che, come sottolineato dall’autore stesso, è motivato dalla volontà di restare fedele ai propri ideali e di non piegarsi alle logiche di potere che dominano la scena politica locale.

LA LETTERA DI DI ROSA : Lettera Aperta a Cateno DE LUCA e Laura CASTELLI del 2 Gennaio 2025

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