Dal sogno alle accuse

Quando due anni fa Agrigento veniva proclamata Capitale Italiana della Cultura 2025, bastava sollevare un dubbio per essere marchiati come “detrattori”.
Chi chiedeva trasparenza era infamato, chi denunciava il rischio di un sistema clientelare veniva accusato di non amare la città.

Oggi la verità è sotto gli occhi di tutti: i cosiddetti detrattori avevano ragione, e chi li diffamava era complice di un inganno.


I soldi agli amici

In nome della “Cultura”, ad Agrigento sono stati spalmati 20 milioni di euro su amici, conoscenti e circuiti ben oliati di chi ha messo le mani nella marmellata.
Una distribuzione scientifica di risorse, che poco ha a che fare con lo sviluppo della città e moltissimo con la conservazione del potere.


Spettacoli per comprare il silenzio

E non è finita qui: da qui a dicembre si spenderanno altri 2 milioni di euro, per garantire spettacoli tre volte al giorno.
Un cartellone bulimico e forzato, con un unico obiettivo: comprare il silenzio degli agrigentini.

La logica è semplice: distrarre la gente, anestetizzare le coscienze, trasformare la Capitale della Cultura in una gigantesca fiera utile solo a garantire a pochi il lasciapassare per governare ancora per anni.


I numeri del turismo

Mentre il sindaco Miccichè prometteva un record di 3 milioni di turisti con un +200% di presenze, la realtà racconta l’opposto.
Agrigento registra un –30% di presenze rispetto all’anno scorso.
Altro che boom: siamo davanti a una disfatta totale.


Le ombre della Corte dei Conti

La Corte dei Conti ha già acceso i riflettori sulle ombre e sulle criticità: mancano controlli, mancano strumenti di verifica, mancano persino i dati minimi per rendicontare con serietà.
Un fallimento annunciato, che ora esplode davanti agli occhi di tutti.


Non detrattori, ma difensori della città

I veri traditori della città non sono i cosiddetti detrattori, ma coloro che hanno scelto di barattare Agrigento in cambio di visibilità, contratti e clientele.
Agrigento non meritava questo spettacolo indegno. Non meritava di essere svenduta in nome della cultura.

Chi amava davvero Agrigento lo aveva detto in anticipo. Ed era stato insultato.
Ma oggi la verità è evidente: non erano detrattori, erano gli unici a difendere la città.

👉 Agrigento Capitale della Cultura è già diventata la Capitale della propaganda e degli interessi privati.


Uno sguardo al futuro

Il futuro di Agrigento non dipenderà dagli spettacoli o dalle passerelle, ma da chi avrà il coraggio di non farsi comprare.
Solo chi saprà opporsi a questo sistema potrà restituire dignità alla città, trasformando la delusione in riscatto.
La Capitale della Cultura passerà, ma Agrigento resterà: sta a noi decidere se resterà piegata o rialzata.

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