Finisce sui tavoli del Presidente della Regione, Renato Schifani e dell’Assessore regionale alla Famiglia, Nuccia Albano, il dossier riguardante le proteste dei sordi agrigentini che, nei mesi scorsi, hanno lamentato “criticità” nella gestione dei contributi pubblici e l’ingiustificata chiusura – dopo oltre 75 anni di attività – della sede provinciale di Agrigento dell’Ente Nazionale Sordi (ENS). E a farsi promotori del malcontento di queste centinaia di persone sono undici deputati regionali, Angelo Cambiano (primo firmatario), Erminia Adorno, Stefania Campo, Cristina Ciminnisi, Antonino De Luca, Nunzio Di Paola, Carlo Gilistro, Jose Marano, Roberta Schillaci, Luigi Suseri e Adriano Varrica. Costoro hanno presentato una interrogazione al Presidente della Regione, Renato Schifani e all’Assessore regionale alla Famiglia, evidenziando che da “… segnalazioni ricevute …” sarebbe emerso, da parte dell’ENS, “ … criticità nella programmazione e nella trasparenza amministrativa …”. In sostanza, nell’atto ispettivo viene evidenziato che la Regione Siciliana, con la legge regionale n. 72 del 25 novembre 1975, ha istituito uno stanziamento annuale a favore dell’Ente Nazionale Sordi (ENS) per sostenere le attività a favore della comunità sorda presente sul territorio regionale; che “numerose segnalazioni” hanno lamentato “… una gestione centralizzata dei contributi pubblici assegnati all’ENS Sicilia ed una inadeguata rendicontazione delle attività e dei progetti finanziati, con scarsa pubblicità dei risultati conseguiti e delle spese sostenute e l’assenza ovvero la presenza discontinua, di servizi essenziali come l’interpretariato in Lingua dei Segni Italiana (LIS) nelle sedi provinciali, con conseguenti difficoltà di accesso a servizi informativi, formativi e socio-sanitari per le persone sorde …”.
Chiesti chiarimenti mirati e senza giri di parole
I parlamentari interroganti, quindi, chiedono ai due rappresentati del Governo dell’Isola di conoscere se “ … esistano relazioni di rendicontazione ufficiali e pubblicamente accessibili da parte dell’ENS riguardo all’uso dei contributi regionali; quali azioni intendano intraprendere per garantire una maggiore trasparenza e una più equa distribuzione delle risorse, tenendo conto delle esigenze territoriali; se siano previste misure correttive o riforme nella normativa regionale vigente in materia, al fine di superare le criticità emerse e assicurare il pieno rispetto dei diritti delle persone sorde …”. Un dato storico per nulla marginale. La sezione provinciale di Agrigento dell’Ente Nazionale Sordi è stata istituita nel 1950 e, ad oggi, ad conta circa 240 iscritti. Non certo un circolo del dopolavoro. Nei mesi scorsi una folta rappresentanza di sordi agrigentini – assistiti dagli avvocati Vincenzo Caponnetto e Ignazio Gennaro – ha inviato una lettera di protesta al Ministro delle Politiche Sociali e della Famiglia Maria, Elvira Calderone, al Presidente della Regione, Renato Schifani, all’ Assessore Regionale per la Famiglia Nuccia Albano, al Prefetto di Agrigento Salvatore Caccamo, al Presidente nazionale dell’Ente Nazionale Sordi Angelo Raffaele Cagnazzo, nonché ai vertici regionali e provinciali dell’ENS denunciando “opacità” nella gestione dei finanziamenti pubblici ed i gravi disservizi conseguenti alla chiusura – avvenuta nel dicembre 2024: dopo 75 anni di ininterrotta attività e senza una formale deliberazione degli Organi statutari – della sede provinciale di Agrigento, chiedendone l’immediata riapertura. Consentiteci la battuta: ad oggi solo silenzio.

