Nuove polemiche travolgono l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale con sede a Catania, dopo due sentenze clamorose emesse dal TAR Catania. Il Codacons Sicilia, tramite l’avvocato Bruno Messina, vice presidente dell’associazione, ha chiesto le dimissioni immediate dei vertici dell’Autorità e un intervento diretto del Ministero dei Trasporti per fare chiarezza su una gestione che, secondo il Codacons, ha più volte disatteso le regole della trasparenza e dell’efficienza amministrativa.

Le sentenze del TAR: irregolarità gravi nella gestione

La prima sentenza, risalente al 14 novembre 2024, ha portato all’annullamento di alcune delibere adottate dal Comitato di Gestione dell’Autorità Portuale, evidenziando un conflitto di interessi. Secondo i giudici amministrativi, alcuni membri del Comitato avrebbero partecipato a decisioni che coinvolgevano direttamente gli interessi dei loro familiari, contravvenendo al principio di astensione previsto dalla legge.

Un nuovo colpo è arrivato con la sentenza n. 03956/2024, pubblicata il 2 dicembre 2024, che ha annullato la determina n. 118 del 22 luglio 2024, con cui l’Autorità aveva disposto l’affidamento diretto, per sei mesi, del servizio di pulizia e disinquinamento degli specchi acquei portuali. Il TAR ha ritenuto che tale affidamento fosse irregolare, in quanto non è stato rispettato l’obbligo di consultazione concorrenziale di almeno dieci operatori, previsto dall’articolo 187 del D.Lgs. 36/2023. La scelta di un unico affidatario, senza motivazioni sufficienti, è stata ritenuta illegittima.

Le richieste del Codacons

Alla luce di queste gravi irregolarità, il Codacons ha intrapreso una serie di azioni per tutelare l’interesse pubblico:

  1. Esposti all’ANAC e alla Corte dei Conti: Il Codacons ha già segnalato le irregolarità all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), chiedendo un’indagine approfondita sul Comitato di Gestione, e ha depositato un esposto alla Corte dei Conti per verificare se ci sia stato un danno erariale.
  2. Dimissioni dei vertici: L’associazione chiede le dimissioni del Presidente e dei membri del Comitato di Gestione dell’Autorità Portuale, ritenuti responsabili di una governance che non ha rispettato i principi di trasparenza e correttezza amministrativa.
  3. Ispezione ministeriale: Il Codacons sollecita il Ministero dei Trasporti ad avviare un’ispezione completa sull’operato dell’Autorità Portuale per garantire che vengano ripristinate le condizioni di legalità e rispetto delle norme.
  4. Ulteriori esposti: Il Codacons ha annunciato che presenterà nuovi esposti all’ANAC e alla Corte dei Conti per approfondire le responsabilità e verificare eventuali ulteriori irregolarità.

“Un campanello d’allarme sulla trasparenza”

Secondo Bruno Messina, le decisioni del TAR rappresentano un campanello d’allarme sulla trasparenza delle attività svolte dall’Ente Pubblico. “La mancata applicazione delle normative e una gestione potenzialmente dannosa per l’interesse collettivo non possono essere tollerate. È necessario un segnale forte e immediato per ristabilire la fiducia dei cittadini e degli operatori economici”, ha dichiarato Messina.

Conclusioni

Le sentenze del TAR Catania gettano ombre pesanti sull’operato dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale. La richiesta di dimissioni da parte del Codacons, insieme alla necessità di un intervento ministeriale, segna un momento cruciale per il futuro dell’Ente. Ripristinare la legalità e garantire la trasparenza non è solo una necessità amministrativa, ma un imperativo per tutelare l’interesse pubblico e l’immagine della Sicilia come motore economico e turistico del Mediterraneo.

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