Al segretario dell’associazione Conalpa, Coordinamento Nazionale per gli Alberi ed il Paesaggio, Alfonso Scanio non è proprio piaciuto l’articolo da noi pubblicato nei giorni scorsi sul Parco Livatino. Un “pezzo” nel quale si auspicava l’ulteriore valorizzazione di un sito, già abbondantemente valorizzato dallo stesso Conalpa, attraverso la “riscoperta” di un grande sasso ai piedi del quale, quella tragica mattina del 21 settembre 1990, venne trovato il cadavere del giudice Rosario Livatino. Su quel masso, isolato e circondato dalla vegetazione, l’associazione fece sistemare una grande targa in marmo sulla quale campeggia una frase a memoria del magistrato assassinato dalla mafia e diventato beato.

Il Conalpa ha ottenuto in concessione da Anas l’area intorno alla stele eretta a suo tempo, ne cura il decoro con grande dedizione e nel nostro articolo si intendeva sollecitare un ulteriore impegno (da parte dei meritevoli componenti del Conalpa e delle istituzioni competenti) per ampliare l’area fruibile, valorizzando come detto la zona adiacente al sasso. Pare che ad oggi, a impedire un eventuale allargamento dell’area fruibile sia un corso d’acqua che richiederebbe interventi di notevole rilievo, al momento non alle viste. La zona sarebbe di competenza del Comune di Agrigento. Un “pezzo”, il nostro, che però non ha riscosso il gradimento del segretario del Conalpa, il quale ha affidato la propria “insoddisfazione” a una nota inviata in redazione, a firma di Scanio, che pubblichiamo integralmente, evitando di controreplicare alle affermazioni dello stesso Scanio.

“Egr. Sig. Direttore Le invio la presente nota per segnalare le inesattezze
contenute nell’articolo scritto dal sig. Francesco Di Mare e riportato sul
Vs. sito in data 24/marzo/2025 dal titolo citato in oggetto.
Come ormai è noto all’opinione pubblica sull’area adiacente la Stele
che ricorda l’omicidio del Beato giudice Livatino è stato realizzato, a
cura del Co.N.Al.Pa. (Coordinamento Nazionale per gli Alberi ed il
Paesaggio) un Parco dopo avere eseguito una bonifica vera e propria
mediante l’eliminazione di ogni tipo di rifiuto e di erbacce che l‘hanno
fatta da padrone per quasi trent’anni.
Grazie ad un grande sforzo fisico ed economico dei soci
dell’Associazione e di tanti benefattori oggi il Parco Livatino, realizzato
per ricordare tutte le vittime di mafia, è una realtà sotto gli occhi di tanti
visitatori che vi giungono da ogni parte d’Italia. Oggi il sito è si presenta
accogliente e ricco di vegetazione. Nell’arco dell’ultimo anno sono
state piantate oltre milleduecento alberi e piante della flora
mediterranea ed anche piante che si stavano estinguendo. Grazie
all’Azienda Foreste di Agrigento è stato possibile arricchire l’area,
concessa da A.N.A.S. al Co.N.Al.Pa., perché si provvedesse a dare
dignità ad un luogo che è già diventato una meta di pellegrinaggi e di
preghiera.
Più volte si è segnalato ad A.N.A.S. e ad altri Enti, che gli automobilisti
che transitano per il viadotto che attraversa l’area gettano giù rifiuti di
vario tipo(bottiglie di vetro, bottiglie di plastica, cartacce, cartoni ed
ogni altro genere di rifiuto che diventa, inevitabilmente, un pericolo per
coloro che, negli ultimi quattro anni, soci e ai volontari dell’Associazione,
si sono presi cura di ripulire l’area.
Oggi è davvero una grande gioia per tutti noi del Co.N.Al.Pa. vedere
ciò che è stato realizzato. A breve sarà realizzato uno spazio idoneo ( in
pietra e legno) per la preghiera dei fedeli. Sarà realizzata anche una
recinzione per proteggere alcune parti del parco particolarmente
esposte e tanto altro ancora.
Per quanto fin qui riportato e per quanto si può trovare su internet
appare palese come l’articolo del sig. Di Mare è anacronistico e
inopportuno. Nel momento in cui tre volte a settimana i Soci e i volontari
collaborati da detenuti e da persone assegnate dall’U.E.P.E. vanno a
sfalciare l’erba, a piantare alberi, a zappettare tutte le piante già messe
a dimora, ad irrigare grazie ad un impianto realizzato appositamente, si
trova il tempo per parlare del Parco Livatino riportando una moltitudine
di inesattezze che, ad onore del vero, in parte sono state corrette dopo
una telefonata intercorsa con l’autore dell’articolo.
Si sarebbe potuto quanto meno documentare su tantissima rassegna
stampa che parla del Parco e dire che qualcuno dopo ben trent’anni
dal martirio ha dato dignità ad un luogo abbandonato e ricettacolo di
rifiuti.
Avrebbe, piuttosto, potuto raccontare ai lettori del pericolo che
incombe su un visibile scivolamento a valle della Stele! Molto più
interessante e reale. Avrebbe potuto contattare il presidente o
chiunque altro del Co.N.Al.Pa. per avere informazioni corrette su chi ha
collocato una lastra di marmo su quel masso( e non sasso) in fondo alla
scarpata inizialmente chiamato “cartello” attribuito ad altri. Avrebbe
potuto acquisire utili informazioni sulle iniziative che saranno realizzate in
questa primavera al Parco Livatino a partire dalla Giornata Mondiale del
Libro che si terrà il 23 Aprile p.v. e tanto altro ancora”.

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