Doveva essere provvisorio, rimarrà a Porto Empedocle. Doveva costare circa 2 milioni, è costato 21 milioni. Nel frattempo, l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente ha rilasciato l’autorizzazione regionale ai sensi dell’art. 109 comma 5 del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii., per la posa della condotta sottomarina di scarico della salamoia a Porto Empedocle, in relazione al progetto “Realizzazione dell’impianto di dissalazione di acqua di mare di Porto Empedocle”, proponente Siciliacque S.p.A., approvato nella seduta del 16/09/2025. Una condotta che sarà lunga circa 700 metri e che dovrebbe consentire di “sputare” in alto mare la salamoia prodotta dall’impianto. Dalla Regione evidenziano come “sulla base della documentazione prodotta, in sintesi l’intervento consiste nella realizzazione della condotta sottomarina di allontanamento della salamoia, radicata ad una vasca di carico sita all’interno dell’area destinata all’impianto di dissalazione, che occuperà la porzione Est dell’impianto Enel Green Power, in prossimità dell’estremità Ovest del muro di recinzione prospiciente la spiaggia ad Ovest della diga foranea di ponente del porto di Porto Empedocle. Il tracciato dell’asse è previsto ad una distanza di circa 6,5 metri dal muro suddetto. La condotta di allontanamento presenterà una lunghezza complessiva pari a 678,00 metri, misurata dalla sua sezione iniziale convenzionalmente fissata in quella di giunzione con il collettore di mandata dell’impianto di sollevamento, dei quali circa 120 metri su spiaggia emersa fino alla linea di costa rilevata e circa 558 metri con tracciato sottomarino. Dalla Sez. S20 avrà origine il diffusore, disposto in asse alla condotta di allontanamento e di lunghezza 72,00 metri, che si svilupperà pertanto fino a 750,00 metri. Lungo tutto il tracciato, sia la tubazione costituente la condotta di allontanamento, sia la tubazione principale del diffusore, sono previste interrate ad una profondità di circa 2,00 metri dal fondale”.
La parola alla biologia marina …
Alla Regione, prima di rilasciare il nulla osta, pare abbiano commissionato le loro analisi. Scrivono dall’assessorato all’Ambiente che “la fascia costiera esaminata è interessata in gran parte dalla presenza di una spiaggia prevalentemente sabbiosa, mentre sono molto pochi, e poco rappresentativi, i substrati rocciosi, presenti per lo più in corrispondenza dei piccoli promontori di P.ta Grande e P.ta Piccola.
• I fondali interessati dal percorso della condotta si presentano di morfologia pressochè omogenei, con una copertura a sabbia fine e presenza di ripple-marks. Tale morfologia è la stessa in tutte le stazioni esaminate, con l’unica differenza denotata dalla presenza della fanerogama marina Cymodocea nodosa, rilevata nella Stazione S4, più esterna, a partire dalla batimetrica dei -5 metri verso il largo. Tale fanerogama, appartenente comunque alla biocenosi SFBC come facies, si presenta in forma di patches poco dense, anche come conseguenza dell’elevato idrodinamismo insistente nella zona, molto esposta ai venti meridionali e occidentali, molto frequenti nel versante
meridionale siciliano, e che causano frequenti mareggiate.
• Cymodocea nodosa, al contrario di Posidonia oceanica, non essendo dotata di un apparato radicale molto esteso e che si spinge in profondità nei sedimenti, è sottoposta allo scalzamento frequente da parte delle mareggiate e delle correnti, che ne modifica spesso l’estensione e che ne rende difficile la cartografia e soprattutto il monitoraggio.
• Le osservazioni condotte sul popolamento bentonico, condotte attraverso l’analisi del macrozoobenthos dei fondi mobili, depongono verso popolamenti in buone condizioni strutturali, sia in termini di abbondanza specifica che di individui. Si osserva una maggiore presenza di specie dalla costa verso il largo, con la migliore abbondanza specifica nella Stazione S3, mentre a livello di abbondanza di individui la maggiore presenza si registra nella Stazione S1.
• L’elaborazione dei dati sugli indici statistici comunemente utilizzati in ecologia vede una situazione migliore nel gradiente costa-largo: le Stazioni S3 e S4 hanno i valori più alti sia di Diversità che di Ricchezza specifica, rispetto alla Stazione S1, che invece è risultata più povera per questi indicatori. Anche l’Evenness e la Dominanza mostrano analogo andamento.
• Per quanto riguarda l’Elemento di Qualità dello Stato Ecologico o Biologico (EQB), che classifica i popolamenti del macrozoobenthos di fondo mobile, questo è risultato comunque e ovunque elevato, con valori di M-AMBI anche qui maggiori lungo il gradiente costa-largo.

CONSIDERATO che il progetto analizza con dovizia di particolari le biocenosi presenti tra cui:
• molluschi bivalvi, quali: Donax semistriatus, Donax venustus, Mactra stultorum (ex M. corallina), Atlantella pulchella (ex Tellina pulchella), Peronaea planata (ex Tellina planata), Peronidia albicans (ex Tellina nitida), Spisula subtruncata, Acanthocardia tuberculata.
• Molluschi Gasteropodi Acteon tornatilis, Tritia mutabilis (ex Nassarius mutabilis), Neverita josephinia, Bela nebula (ex Raphitoma nebula), Tritia pygmaea (ex Nassarius pygmaeus).
• Anellidi Policheti si rinvengono frequentemente Sigalion mathildae, Onuphis eremita, Parexogone hebes (ex Exogone hebes), Diopatra neapolitana, Nephthys sp.
• Crostacei Decapodi: Liocarcinus vernalis (ex Macropipus barbarus);
• Anfipodi: Ampelisca brevicornis, Hippomedon massiliensis, Pariambus typicus;
• Isopodi: Idotea linearis. Echinodermi, quali Astropecten spp., Echinocardium cordatum,
Echinocardium mediterraneum.
CONSIDERATO che i campionamenti sono stati effettuati in quattro zone della condotta disperdente individati con le sigle Si, vicino alla riva e successivamente S2, S3 e S4 allontanandosi dalla riva che il Proponente dichiara: per quanto esposto nei paragrafi precedenti, non si ritiene che la realizzazione delle opere previste in progetto possa innescare particolari impatti sul paesaggio. Emergono, infatti, i seguenti elementi progettuali finalizzati a ridurre l’impatto sul bene tutelato e sui caratteri del contesto paesaggistico dell’area di intervento, che solo in taluni necessitano di elementi di mitigazione dell’impatto sul paesaggio.
CONSIDERATO che il Proponente dichiara: La scelta progettuale di fondo che consente di non determinare sensibili effetti sugli aspetti tutelati conseguenti alla realizzazione dell’opera, adottando solo in taluni casi limitati provvedimenti mitigativi, è la modalità di posa della condotta, prevista interrata lungo l’intero tracciato, sia su spiaggia emersa, sia nel tratto sottomarino.
CONSIDERATO che lungo il tracciato sottomarino della condotta è possibile che nel fondale siano presenti esemplari isolati, a chiazze o praterie estese di fanerogame marine (posidonia oceanica, cymodocea nodosa), seppure i dati in letteratura scientifica indicano una scarsa probabilità della loro presenza nei fondali di questo zona, tenuto conto della natura sabbiosa dei fondali; al momento della redazione della relazione sono in corso le indagini in situ di carattere ambientale finalizzate ad accertare la eventuale presenza e consistenza di fanerogame marine lungo il tracciato della condotta sottomarina; è molto probabile che nel primo tratto del tracciato, fino alla sezione in cui è previsto lo scarico provvisorio delle salamoie (prima fase realizzativa), non debba riscontrarsi la loro presenza, in considerazione della esigua distanza dalla linea di costa e della corrispondente esigua profondità del fondale fino allo scarico; nell’eventualità che con le superiori indagini si accerti la presenza di fanerogame marine, e ove la consistenza di esse lungo il tracciato giustifichi l’adozione di tali interventi di mitigazione, potrà comunque esserne previsto il reimpianto”. Secondo le analisi della Regione “valutato che il progetto di diffusione in mare della salamoia conseguente al processo di dissalazione, consistente in acqua con livello salino accresciuto, è del tutto compatibile, dal punto di vista fisico, chimico, e biologico con le caratteristiche del tratto di mare analizzato e delle biocenosi presenti e che, laddove durante la fase di cantiere dovessero rilevarsi superamenti significativi dei valori rilevati in fase di ante operam, che perdurino nel tempo e che non siano riconducibili al traffico navale o a situazioni meteo-marine avverse, dovrà essere sospesa l’attività e individuata e verificata la causa in modo da ripristinare le condizioni ante operam”.
Dalla biologia marina… al costo per realizzare l’impianto
Infine, la “chicca”. Si apprende che nella “Dichiarazione del valore delle opere”, l’atto firmato dal Responsabile Unico del Progetto, “il valore delle opere relative agli interventi di cui all’istanza art. 109 del D.Lgs. n. 152/2006 al netto dell’IVA è stimato pari ad Euro 2.011.536,00 (in cifre) (duemilionundicimilacinquecentotrentasei//00) (in lettere) e che il contributo pari all’1 per mille del valore delle opere di cui al punto precedente, ai sensi della dell’art. 91, comma 3, della L.R. 7 Maggio 2015, n. 9 e ss.mm.ii., è pertanto pari ad Euro 2.011,54 (in cifre) (duemilaundici//54). Diciamo che ad oggi, di soldi pubblici ne sono serviti (e spesi) un bel pò di più, circa 21 milioni. Non male per un’opera che doveva essere smontata proprio nei prossimi giorni e che invece rimarrà dov’è, con una “bella” tubatura lunga 700 metri fino al mare aperto, capace (secondo la Regione) di rispettare l’ecosistema, con la speranza che basti a non far sversare la salamoia sulla spiaggia.

