I social network e i giovani, un rapporto sempre più stretto e a tratti preoccupante. Se ne è parlato a Uno Mattina in Famiglia con Alfonso Jacono, filosofo ed esperto di comunicazione

“C’è un problema”, ha affermato Jacono in diretta su Rai Uno. “Non so se si debba arrivare a ciò che ha proposto il sindaco di New York (limitare l’uso dei social ai minori di 13 anni, ndr), ma c’è. Il problema non riguarda solo i social ma la vita di oggi, il social potenzia un mondo dove non ci devono essere tempi vuoti”.

Cosa fare allora? “Bisogna intervenire con l’educazione in senso forte”, spiega Jacono. “Educazione nel senso del formare e del governare il tempo, quindi la possibilità di vivere anche il tempo vuoto, quello per cui si fa la passeggiata senza motivo. Anche i bambini si devono annoiare invece che essere oppressi da una full immersion: le agende dei bambini sono più piene di quelle degli adulti”.

Ma i social non sono solo un problema, possono essere anche una risorsa. “Penso di sì”, precisa il professore. “Non è facile, ma bisognerebbe governare il tempo: il tempo con i social, il tempo di stare con gli amici e il tempo della lettura”.

E chi ha la responsabilità di educare i ragazzi ad un uso consapevole dei social? “La responsabilità va imputata in parte alla scuola e in parte alle famiglie”, sostiene Jacono. “Ma anche ai gestori delle piattaforme, che fanno mercato e audience. C’è una logica che va frenata a mio parere”.

Infine, un tema importante: la noia. “Spiegare la noia ad un ragazzo? Mi metterei accanto a lui con un libro, glielo lascio lì, poi parlo con lui e gli propongo di fare una passeggiata senza alcuno scopo. Se non si fa questo c’è il rischio di riempire la solitudine con i social, con la tv, con la playstation. E questo non va bene”.

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