Un mosaico fatto di incontri riservati, telefonate, richieste di favori, candidature pilotate, fondi pubblici da intercettare e un nome che ricorre quasi in ogni pagina: Salvatore “Totò” Cuffaro.
L’informativa del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri, 1.382 pagine trasmesse alla Procura di Palermo, racconta un mondo che si muove nell’ombra della politica siciliana.
Un mondo che – secondo gli investigatori – gira attorno alla figura dell’ex Presidente della Regione, tornato al centro della scena con la “Nuova Democrazia Cristiana”.
Report Sicilia ricostruisce i passaggi più significativi.
Ne emerge un racconto vivo, fatto di voci, luoghi, conversazioni reali, in cui le parole diventano pezzi di un ingranaggio molto più grande.
IL QUADRO: l’indagine del ROS e il “circuito di condizionamento”
Il ROS parla chiaramente: l’attività investigativa è stata avviata per verificare l’esistenza di un circuito in grado di orientare scelte amministrative, appalti, fondi e perfino assunzioni pubbliche.
Al centro, dicono gli investigatori, ci sarebbe Cuffaro, attorno al quale ruotano imprenditori, dirigenti, funzionari, candidati, aspiranti referenti politici e sanitari.
Una rete che ricorre nelle intercettazioni: tutti vogliono parlare con “Totò”, tutti cercano il suo appoggio, tutti sanno che senza di lui molte porte restano chiuse.
LE TELEFONATE: dove nasce il racconto
È dalle telefonate che emerge la trama.
Il protagonista più ricorrente è l’imprenditore Santo Castiglione, titolare di ristorazione e legato al noto locale “Kalhesa”.
Il racconto inizia così
Una lunga conversazione tra Castiglione e il suo amico Vittorio Filippone:
Castiglione racconta di essere stato “due ore a casa di Totò”.
Parla di un “progettone grosso”, qualcosa che “farà ingelosire tutti”, senza però spiegare chiaramente cosa sia.
È la prima traccia che introduce il tono dell’intera vicenda: telefoni che squillano, persone che cercano appoggi, ponti politici da attivare.
LE CANDIDATURE SCELTE DA CUFFARO
Quando si avvicinano le elezioni comunali di Palermo, Castiglione rivela apertamente di aver candidato Daniele Papa “perché lo ha chiesto Totò”.
“Gli servivano 600-700 voti” – dice.
E aggiunge che Papa è stato scelto “per i locali, per la palestra”: tutto diventa parte di un disegno più vasto, dove la politica è una moneta di scambio con il territorio.
In diverse conversazioni, Castiglione e Papa discutono di come muoversi negli ospedali Civico e Policlinico, luoghi indicati come “territorio Nuova DC”.
Lì cercano voti.
Lì credono di poter contare su una rete di sostegni.
I FONDI REGIONALI PER LA CULTURA: “così ci paghiamo un po’ di spese”
In una delle telefonate più rilevanti, Papa spiega a Castiglione che “ci sono fondi alla Regione” destinati ad attività culturali.
Lo scopo?
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pagare “un po’ di spese” del locale Kalhesa,
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finanziare la campagna elettorale,
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organizzare un evento che verrà presentato come “di cucina mediterranea” o “di storia di Palermo”.
Papa dice chiaramente:
“In un mese ci arrivano i soldi nel conto.”
Poi aggiunge una frase che racconta molto più di quanto sembri:
“Chi ci ha aiutato il prossimo mese sarà ricompensato, vincente o perdente.”
Il riferimento a “Totò” è diretto: dovranno chiamarlo, spiegargli il progetto, “fargli vedere che siamo informati”, “toccare il polso”.
GLI INCONTRI RISERVATI: la casa di Cuffaro come centro operativo
Dalle intercettazioni emergono continui passaggi “a casa di Totò”.
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Castiglione racconta di andarci per risolvere questioni di amici e conoscenti.
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Si vedono per discutere di candidature, appoggi e strategie.
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Il nome di Silvio Cuffaro, fratello di Totò e dirigente regionale, entra spesso nelle conversazioni.
Un caso rilevante:
l’incontro richiesto da Massimiliano Miconi, presidente di ANCE, che Castiglione vuole organizzare tramite Totò per farlo dialogare con Silvio Cuffaro.
L’intermediario è Vito Raso, soggetto ritenuto da anni vicino all’ex governatore.
L’incontro viene fissato “a casa di Totò”, tra le 9 e le 12, “quando vuole lui”.
LA CAMPAGNA ELETTORALE: un territorio da occupare “quartiere per quartiere”
Il racconto delle intercettazioni è anche il racconto della campagna elettorale:
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volantinaggi nelle vie più popolose di Palermo,
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giri nei quartieri periferici come ZEN, Guadagna, Falsomiele,
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serate al Kalhesa per “raccogliere voti”,
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discussioni su chi portare, chi convincere, chi “chiudere”.
Le conversazioni rivelano un clima febbrile, di movimento costante.
Castiglione parla di “fare squadra”, “organizzarsi bene”, “ottenere qualcosa se facciamo bella figura”.
IL METODO: relazioni, promesse, favori
Ciò che emerge, oltre ai contenuti specifici, è soprattutto il metodo:
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La politica come una rete privata di relazioni personali.
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Ogni favore crea un debito.
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Ogni incontro rientra in una strategia più ampia.
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Gli spostamenti di fondi, le candidature, le presidenze, gli appoggi negli ospedali: tutto è letto come parte di un’unica tessitura.
Una frase, tra le tante, sintetizza lo spirito del sistema più di ogni altra:
“Facendo la squadra sistemata… può essere che qualcosa la otteniamo.”
IL QUADRO FINALE: un racconto che parla alla Sicilia di oggi
L’informativa del ROS non è solo un documento investigativo.
È il ritratto di un modo di fare politica che sembra muoversi accanto – e a volte sopra – alle istituzioni.
Palermo, Agrigento, la Regione: un’unica rete fatta di uomini, uffici, relazioni familiari, imprenditori, funzionari legati da un filo che porta sempre allo stesso punto.
Lo sguardo degli investigatori, riportato nelle pagine dell’informativa, disegna un racconto che interroga la Sicilia:
quanta parte della vita pubblica è ancora guidata da logiche private?
Le 1.382 pagine del ROS raccontano un sistema.
Il compito del giornalismo – oggi più che mai – è rendere questo racconto pubblico e comprensibile.
Report Sicilia continuerà a seguire ogni sviluppo dell’inchiesta.

