Non è una tomba, ma per chi crede in determinati valori ha lo stesso “fascino”. Prima lo scenario: Strada statale 640, detta sfarzosamente “degli Scrittori”, una striscia d’asfalto con tante piazzuole di sosta, usate queste ultime come discarica, nonostante gli avvisi sulla presenza di telecamere anti deposito di immondizia. Una però di queste aree di sosta è “diversa” dalle altre, ha un valore diverso. E’ quella nella quale si erge l’artistica immagine del volto, realizzata in metallo su una parete in cemento del giudice Antonino Saetta. Più o meno dove venne ucciso insieme al figlio Stefano, attorno alla mezzanotte del 25 settembre 1988, di ritorno da Palermo dopo avere assistito a Canicattì al battesimo di un nipote. Saetta fu ucciso per  “punire” un magistrato che, per la sua fermezza nel condurre il processo Basile, e, prima, il processo Chinnici, aveva reso vane le forti pressioni mafiose esercitate; “ammansire” con un’uccisione eclatante, gli altri magistrati giudicanti allora impegnati in importanti processi di mafia; “Prevenire” la probabile nomina di un magistrato ostico, quale Antonino Saetta a Presidente del cosiddetto maxiprocesso d’appello alla mafia. Questo per chi non sapesse – tra l’altro – chi fosse il giudice Saetta.

Ignoranza e inciviltà viaggiano veloci

Evidentemente il miserabile o i miserabili che hanno abbandonato quei sacchi di spazzatura immortalati nelle foto a corredo di questo pezzo non conoscono – oltre alle regole del vivere civile – la storia di Saetta e nemmeno si saranno accorti di quella suggestiva immagine in metallo. Forse neanche sanno chi è Saetta o forse lo avranno scambiato per qualche cantante, scrittore o attore. Cambia poco, non cambia mai il senso di inciviltà, mancanza di rispetto per gli spazi comuni, spregio dell’ambiente e del decoro. Prima che come accaduto in passato l’area di sosta con la stele in memoria di Saetta torni a essere una minidiscarica, Anas o il Comune di competenza territoriale inviì un paio di operatori ecologici a raccogliere questi sacchi di immondizia, prima che altri cialtroni seguano l’esempio dei loro predecessori. Tenere pulito questo luogo è un segno tangibile di rispetto e gratitudine al magistrato e al figlio.

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