Sicilia tra le peggiori d’Italia: solo 17mila euro di consumi pro capite
L’Italia continua a viaggiare a due velocità, con il Mezzogiorno sempre più distante dal Nord in termini di redditi e consumi. È quanto emerge dagli ultimi dati ISTAT sui conti economici territoriali, che certificano una situazione allarmante per la Sicilia e per le altre regioni meridionali.
Secondo il rapporto, i consumi finali pro capite in Sicilia si attestano a soli 17mila euro, una cifra ben al di sotto della media nazionale e lontanissima dai 30.500 euro della Valle d’Aosta, la regione con i consumi più elevati. Peggio della Sicilia solo Campania (15.200 euro) e Puglia (16mila euro), segno di un divario economico che continua ad aggravarsi anno dopo anno.
Ma il problema non riguarda solo la spesa delle famiglie: anche sul fronte dei redditi disponibili, la situazione nel Sud è drammatica. In Calabria il reddito medio pro capite è di appena 16.200 euro, pari al 48% in meno rispetto alla Provincia autonoma di Bolzano, che svetta con 31.400 euro.
Codacons: “Italia spaccata in due, servono misure urgenti”
A commentare questi dati è il Codacons, che denuncia l’ennesima conferma di una Sicilia economicamente marginalizzata rispetto alle regioni settentrionali.
“I dati dell’Istat sono l’ennesima conferma di un’Italia che procede a due velocità, dove il Sud, e in particolare la Sicilia, rimane indietro rispetto al resto del Paese. I consumi e i redditi delle famiglie siciliane sono lontani dai livelli delle regioni del Nord, una condizione inaccettabile che evidenzia il fallimento delle politiche economiche degli ultimi anni”, afferma il prof. Francesco Tanasi, Segretario Nazionale del Codacons.
Tanasi sottolinea l’urgenza di un piano straordinario per ridurre le disuguaglianze territoriali, sostenere le famiglie siciliane e rilanciare l’economia del Mezzogiorno.
“I numeri confermano purtroppo come sul piano economico esistano due Italie che viaggiano a velocità del tutto diverse. A farne le spese sono i cittadini del Mezzogiorno, Sicilia inclusa, che pagano il conto di ritardi e politiche del tutto inadeguate, incapaci di colmare l’enorme divario esistente tra nord e sud della Penisola”, conclude Tanasi.
Un divario economico che pesa sul futuro della Sicilia
L’allarme lanciato dal Codacons e i dati dell’Istat rappresentano l’ennesima fotografia di un’Italia spaccata in due, dove il Sud è costretto a rincorrere il Nord senza strumenti adeguati.
Il rischio è che, senza interventi strutturali concreti, la forbice economica tra le due aree del Paese continui ad allargarsi, lasciando le regioni meridionali, e in particolare la Sicilia, sempre più indietro in termini di sviluppo, investimenti e benessere sociale.
Report Sicilia continuerà a monitorare la situazione e a dare voce alle denunce su un tema cruciale per il futuro dell’isola.

