Dopo dieci anni di impegno sul territorio, Kinéma chiude i battenti ad Agrigento. Gli organizzatori denunciano l’assenza di sostegno da parte delle istituzioni locali e criticano il sistema clientelare legato a “Capitale della Cultura 2025”.

Dopo oltre dieci anni di attività culturale di qualità sul territorio agrigentino, lo storico festival “Kinéma – Cinema e arti visivesi ferma. Una chiusura dolorosa, che arriva non per mancanza di pubblico – anzi, le platee sono sempre state piene – ma per la totale assenza di interesse da parte delle istituzioni locali, in particolare il Comune di Agrigento e il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi.

Una scelta che pesa ancor di più in un anno simbolico come il 2025, quello in cui Agrigento è Capitale Italiana della Cultura.


“Nessun sostegno, solo logiche clientelari”

In un lungo comunicato carico di amarezza e dignità, lo staff del festival ha spiegato che non figura tra i destinatari del nuovo decreto di finanziamento per il 2025. A differenza di Kinéma, tra i beneficiari ci sarebbe invece l’Efebo d’Oro, storico festival ormai stabilmente trasferitosi a Palermo. Un ritorno ad Agrigento solo per un anno, giusto in tempo per salvare le apparenze, “per far dire a qualche politico: ‘Vi abbiamo riportato l’Efebo’”.

“Pensavamo che i risultati avrebbero generato merito. Sbagliavamo.”

A Kinéma non è stato perdonato il fatto di non aver mai fatto anticamera negli uffici politici, di non essersi piegato alle logiche del consenso e dei favori.


Un festival indipendente, gratuito e profondamente radicato

Kinéma non è stato solo un cartellone di proiezioni. È stato uno spazio gratuito, all’aperto, di incontro e confronto, che ha ospitato nomi come Letizia Battaglia, Buttafuoco, i fratelli Taviani, Antonio Rezza e Flavia Mastrella, Ester Pantano, Paolo Benzi, Franco Maresco, Donatella Finocchiaro, Fabrizio Ferracane, Paolo e Vittorio Taviani e tanti altri.

Un festival nato dal basso, per riempire il vuoto lasciato proprio dalla partenza dell’Efebo d’Oro da Agrigento nel 2014, evento che oggi viene invece finanziato per un rientro “mordi e fuggi”.


Cultura o intrattenimento?

Il comunicato dello staff è una lezione di dignità e una denuncia contro la confusione tra cultura e intrattenimento. Oggi, dicono, il Comune e il Parco Archeologico si accontentano di eventi superficiali, di passerelle che non lasciano nulla alla città.

“Il vero lavoro culturale è silenzioso, non si auto celebra, non fa marketing. Ma crea consapevolezza.”

E allora, che cultura è mai quella celebrata da Agrigento 2025 se ignora le realtà che, con sacrificio e passione, hanno seminato per anni?


“Lavorare per la cultura ad Agrigento è un supplizio”

È questo, in fondo, il cuore della denuncia. Kinéma non chiude solo per mancanza di fondi, ma perché la cultura ad Agrigento è stata marginalizzata, ignorata, svilita. E oggi, a meno di sei mesi dalla fine dell’anno della “Capitale della Cultura”, si distribuiscono contributi senza visione, senza prospettiva, senza futuro.

Kinéma chiude, ma non muore. Il festival viene “donato” alla città: se cittadini, realtà locali e associazioni vorranno raccoglierne l’eredità, potrà rinascere.


L’augurio di Report Sicilia

Noi di Report Sicilia ci auguriamo che Kinéma possa tornare presto ad Agrigento, magari già nell’estate del 2026, con una nuova amministrazione capace di distinguere tra marketing elettorale e vera cultura. La città merita progetti autentici, radicati, e non eventi di facciata buoni solo per i comunicati stampa.

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