Un mese fa scrivevamo questo articolo che potrete leggere di seguito. Era il 17 ottobre, lo riproponiamo per suscitare un pò di vergogna a coloro i quali non hanno saputo-potuto-voluto risolvere questa annosa questione, mettendo a repentaglio la salute pubblica e la sicurezza di tutti. Buona lettura:  “Possono coesistere una bomba ecologica e una scuola elementare frequentata da 300 bambini, con annessi docenti, personale amministrativo e Ata, oltre ai genitori che frequentano la zona per lasciare e riprendere i propri figli? A Porto Empedocle si, dove i tempi della burocrazia applicata alla raccolta e smaltimento dei rifiuti cosiddetti “speciali”, viaggia a passo di lumaca. Il fatto: un mesetto fa, un incendio sulla cui origine molti dubbi è lecito porseli, ha distrutto il furgoncino adibito a “panineria” di un apprezzato empedoclino. Il furgone era “piazzato” da anni sul marciapiede ai piedi della scuola elementare Pirandello, a due passi dalla Torre Carlo V e dal porto. Le fiamme che hanno spazzato via il furgone hanno devastato non solo la facciata della struttura scolastica, ma ha anche ammorbato numerose classi, costringendo la direzione didattica e il Comune a ricorrere a una soluzione inevitabile per non bloccare l’attività scolastica: chiudere per qualche giorno la Pirandello, bonificare le aule e trasferire gli alunni nella vicina scuola media Rizzo, applicando i turni pomeridiani. Dopo un paio di giorni di sacrificio per tutti, la Pirandello ha trionfalmente riaperto i battenti, con unanime soddisfazione di grandi e piccini.

Una discarica pericolosa e inquinante

Tutto risolto? No. Perchè il cumulo di masserizie devastate dal fuoco sono ancora sul marciapiede, sotto le finestre e il prospetto anneriti della scuola. Una vera e propria discarica di rifiuti “speciali”, fonte di inquinamento e pericoli enormi per la salute pubblica. Le piogge di questi giorni hanno comportato tra l’altro lo scioglimento della fuliggine creatasi su questi materiali, andando a scorrere sulle strade adiacenti, calpestate ovviamente dalla gente in transito. Per non parlare delle polveri tossiche che si alzano al primo alito di vento, tra l’altro un una zona esposta, essendo alle porte del porto. Una situazione indecente che obbliga l’autorità sanitaria a intervenire prima che la faccenda degeneri, procedendo alla catalogazione dei materiali e al loro immediato smaltimento nelle discariche adeguate. Asp e Comune non dovrebbero perdere altro tempo prezioso, sbloccando un iter farraginoso per la rimozione di questo scempio, nel cuore della città, ai piedi della scuola frequentata da 300 bambini, con tutti gli adulti che per vari motivi gravitano intorno alla scuola stessa. Tra l’altro, l’area non è posta sotto sequestro e questo avrebbe dovuto accelerare la rimozione dei materiali bruciati. 

Una vergogna che interessa nessuno

Fin qui il nostro articolo del 17 ottobre. Avremmo potuto scriverne uno nuovo, diverso, con gli aggiornamenti. Peccato che aggiornamenti non ce ne sono, a parte quello dello sdegno per quanto le istituzioni preposte – Comune e Asp in primis – non hanno saputo fare. Speriamo tra un mese di non essere ancora qui a raccontare questa storia indecente. 

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