L’emergenza idrica in Sicilia, e in particolare nella provincia di Agrigento, è ormai un tema ricorrente e spesso al centro di polemiche. Recentemente è emersa una nuova problematica legata ai pagamenti del Comune di Agrigento per i consumi idrici delle utenze comunali, per un periodo che va da settembre 2022 a dicembre 2023. Il comune ha infatti liquidato la somma di 560.000 euro a favore dell’AICA (Azienda Idrica Comuni Agrigentini), un importo che ha suscitato perplessità e domande. OMISSIS_Determina+Dirigenziale+2024-2280

Un’analisi dei dati e delle cifre 
La spesa mensile media risulterebbe essere di circa 35.000 euro per i consumi idrici delle utenze comunali. Questo dato appare particolarmente elevato se confrontato con il fabbisogno stimato di una città come Agrigento, portando a legittime domande: chi effettivamente utilizza queste utenze? E se ci fossero abusi o perdite non rilevate?

Una gestione opaca delle risorse? 
Il sospetto che si insinua è che non tutte le utenze pagate dal Comune siano effettivamente a beneficio della comunità. Potrebbero esserci allacci non autorizzati, utilizzi a “scrocco”, o addirittura perdite d’acqua non rilevate, che potrebbero influire pesantemente sui costi finali. E qui si apre un tema altrettanto delicato: qualcuno sta verificando con attenzione queste utenze? Oppure si continua a pagare senza una reale consapevolezza di dove vada a finire l’acqua?

La responsabilità della Protezione Civile 
In questo contesto di emergenza idrica, molti hanno puntato il dito contro la Protezione Civile regionale, accusata di non gestire al meglio la situazione e di essere corresponsabile di una crisi ormai fuori controllo. Tuttavia, attribuire la colpa unicamente alla Protezione Civile sembra riduttivo. La questione ha radici profonde, legate anche a una gestione frammentata e poco trasparente del servizio idrico negli ultimi anni.

I debiti dei comuni nei confronti di AICA 
Secondo quanto riportato da fonti ufficiali e articoli di stampa, molti comuni della provincia di Agrigento hanno accumulato debiti significativi nei confronti di AICA. Questo aggrava ulteriormente la situazione, poiché l’azienda idrica deve fare fronte a ingenti spese operative senza ricevere tempestivamente i pagamenti dovuti dai comuni. Il ritardo nei pagamenti, come dimostrato dall’ultimo caso di Agrigento, si aggiunge quindi a una situazione già critica.

Conclusioni
La gestione delle risorse idriche in Sicilia, e in particolare ad Agrigento, sembra soffrire di una cronica mancanza di trasparenza e di controlli efficaci. Il caso del pagamento di 560.000 euro per l’acqua consumata da utenze comunali nel periodo settembre 2022 – dicembre 2023 solleva molteplici interrogativi che meritano risposte chiare. È necessario che le istituzioni, a partire dal Comune, facciano luce sulla reale entità dei consumi e sulla corretta gestione delle risorse idriche, senza escludere la possibilità di verificare eventuali perdite occulte o utilizzi impropri delle utenze.

Questo tema, così come il debito dei comuni verso AICA, potrebbe essere uno dei tanti tasselli di un quadro più ampio di cattiva gestione delle risorse pubbliche, con un impatto diretto sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini.

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