Un incontro per scongiurare il collasso del sistema idrico

La Consulta delle Associazioni di AICA torna a chiedere un incontro urgente con il Prefetto di Agrigento, Salvatore Caccamo, per affrontare le criticità sempre più gravi legate alla gestione dell’acqua pubblica in provincia. A distanza di quattro anni dalla costituzione dell’Azienda Idrica Consortile Agrigentina (AICA) e dopo un’estate segnata dalla peggiore crisi idrica degli ultimi decenni, la situazione resta drammatica e senza prospettive di miglioramento.

Nella lettera inviata alla Prefettura e, per conoscenza, all’Assessore regionale all’Energia e ai Servizi di Pubblica Utilità Roberto Di Mauro, al Presidente di ATI Giovanni Cirillo, all’Assemblea dei Soci di AICA e ai Comuni soci, la Consulta denuncia l’assenza di un piano concreto per risolvere le inefficienze del servizio idrico integrato.

Un’emergenza idrica che non trova soluzioni

“Nonostante la documentazione prodotta e le segnalazioni inviate alle istituzioni competenti, ci troviamo ancora oggi con un servizio inefficiente, con continue riduzioni dell’erogazione idrica e con riparazioni delle perdite che tardano ad arrivare”, si legge nel documento. I disagi per i cittadini aumentano, mentre AICA sembra incapace di affrontare i problemi strutturali che affliggono il sistema idrico della provincia.

Tra i punti critici segnalati dalla Consulta emergono:

  • Il rapporto di dipendenza da Siciliacque, che impone costi elevati per l’approvvigionamento e impedisce una gestione autonoma delle risorse idriche.
  • La mancata riduzione delle perdite idriche, con tubature obsolete e continui guasti non riparati in tempi utili.
  • La bollettazione inadeguata e confusionaria, che esaspera i cittadini già costretti a subire i disservizi.
  • La mancata costituzione dell’Ambito Unico Idrico, necessario per ottenere finanziamenti e gestire il servizio con maggiore efficienza.

Le richieste della Consulta

La Consulta di AICA propone una serie di misure urgenti per affrontare il problema, tra cui:

  • Reperire nuove fonti di approvvigionamento all’interno dell’ambito agrigentino per ridurre la dipendenza da Siciliacque.
  • Investire in manutenzione e ottimizzazione delle fonti esistenti, per migliorare la capacità di raccolta e distribuzione dell’acqua.
  • Riutilizzare l’acqua depurata per uso irriguo, liberando risorse idriche destinate ai cittadini e riducendo i costi di approvvigionamento.
  • Accelerare la conversione delle utenze forfettarie, per una gestione più equa e trasparente delle tariffe.
  • Ripristinare le squadre di controllo sui furti d’acqua, un problema che continua a pesare sulle casse di AICA e sulle tasche degli utenti onesti.

Un incontro per scongiurare il collasso del sistema idrico

Il Presidente della Consulta, Alvise Gangarossa, sottolinea come “a distanza di un anno dalla nostra ultima lettera al Prefetto, nulla è cambiato. Anzi, la situazione è peggiorata. Serve un’azione immediata e concreta da parte delle istituzioni per evitare che la crisi idrica si trasformi in una vera e propria emergenza sociale”.

La richiesta di un incontro con il Prefetto mira a coinvolgere tutte le realtà associative e istituzionali del territorio, affinché si trovi una soluzione strutturale e definitiva per garantire ai cittadini un servizio idrico efficiente e sostenibile.

Nel frattempo, la rabbia dei cittadini continua a crescere e la pazienza si sta esaurendo. La crisi idrica agrigentina non può più essere ignorata.

LETTERA CONSULTA PREFETTURA 9-2-25

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