Una settimana fa a quest’ora esplodeva il dolore e la rabbia degli agrigentini, soprattutto sui social, per la morte di Marco Chiaramonti. Il cinquantenne maestro di tennis era spirato sabato sera dopo essersi andato a schiantare contro la base di un albero sul ciglio del viale Emporium, mentre era in sella alla propria moto. L’autopsia ha chiarito che a stroncarlo sarebbe stata la grave lesione alla base del collo, nonostante indossasse il casco protettivo. Fin dai minuti successivi all’incidente a salire sul banco degli imputati era stata una buca presente sul selciato, a distanza di una cinquantina di metri dal tronco killer. Una buca riparata in maniera grossolana che, secondo le prime ipotesi investigative, potrebbe avere innescato il sinistro, facendo cioè perdere il controllo della moto a Chiaramonti, tanto da farla diventare una sorta di missile contro quel disgraziato tronco. Proprio per consentire il normale svolgimento delle indagini da parte della Procura della Repubblica venne aperto un fascicolo ad hoc, con la necessaria iscrizione sul registro degli indagati di due persone, l’ingegnere Alberto Avenia, dirigente comunale e l’architetto Angelo Lezza, tecnico incaricato della gestione del cantiere relativo al cedimento stradale. L’ipotesi di reato è sempre quella di omicidio colposo. Un atto dovuto da parte degli inquirenti, che non sottintende ovviamente la colpevolezza delle due persone destinatarie dell’avviso di garanzia.

Nemmeno una “lapazza” preventiva

La buca venne transennata il giorno dopo, una transenna che però non c’è più. Sparita, la buca invece è sempre lì, nessuno l’ha toccata, nessun intervento è stato eseguito per rimuovere il pericolo, nessuno ha posizionato un segnale per indicarne l’insidiosa presenza, tanto che perfino le auto che vi transitano sopra mettono a repentaglio le sospensioni. Soprattutto di sera la situazione è decisamente pericolosa. Figurarsi se vi transitasse una moto cosa potrebbe innescarsi, anche senza innescare altre tragedie. Questa buca – a parere di Report Sicilia – non potendo essere riparata definitivamente, nell’ambito magari dell’attività investigativa, deve essere segnalata a prescindere dalle indagini. Il Comune e Aica in questi giorni hanno tappato alla meno peggio decine di buche, hanno alzato quelle che in gergo agrigentino si chiamano “lapazze” un pò dovunque. Una lapazza in più, attorno a questa buca molto sospetta di essere una “buca killer” appare urgente e necessaria. Considerare una “lapazza” indispensabile da il metro esatto del livello di indecenza, toccato nella gestione della viabilità cittadina. Domani pomeriggio alle 15,30 sarà il momento dei funerali di Marco Chiaramonti. Facile immaginare come la basilica dell’Immacolata ai piedi di via Atenea sarà gremita in ogni ordine di posti e anche all’esterno, data la popolarità positiva di cui godeva Marco anche fuori dai confini agrigentini. Il sindaco ha disposto alcuni minuti fa, con pubblicazione sull’albo pretorio del Comune, il preannunciato lutto cittadino. Un provvedimento che impone bandiere a mezz’asta, chiusura delle attività commerciali e abbassamento delle saracinesche durante lo svolgimento dei funerali. Una decisione che – in attesa dell’evoluzione delle indagini sulla buca – lascia comunque perplessi, non certo perchè Chiaramonti non meritasse questo e altri attestati di stima, da parte della comunità.

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