La Repubblica accende i riflettori sull’inchiesta: “Di Mauro incontrava l’architetto Alesci, il collettore delle tangenti”
AGRIGENTO – Oggi, giovedì 29 maggio 2025, il quotidiano La Repubblica, nell’edizione di Palermo, dedica un’intera pagina alla vicenda giudiziaria che scuote la provincia di Agrigento: la nuova Tangentopoli che coinvolge politici, tecnici e funzionari pubblici.
L’articolo, firmato da Salvo Palazzolo, porta il titolo eloquente: “Gli incontri di Di Mauro nell’inchiesta sulla cricca”, e si concentra in particolare sull’ex assessore regionale all’Energia Roberto Di Mauro, indicato come figura di rilievo che avrebbe incontrato ad Agrigento l’architetto Sebastiano Alesci, ritenuto dagli inquirenti il “collettore delle tangenti”.
“Quando c’era un problema relativo all’assegnazione di un appalto, l’architetto Sebastiano Alesci telefonava direttamente all’assessore regionale all’Energia, Roberto Di Mauro. E poi lo incontrava. Anche la sera, ad Agrigento.” – scrive Palazzolo.
L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Agrigento diretta da Giovanni Di Leo, e punta a far luce su un sistema di corruzione che avrebbe coinvolto appalti, gare e affidamenti pubblici, con un ruolo centrale attribuito proprio all’architetto Alesci.
“Un’associazione per la distrazione di risorse regionali”
La Repubblica riporta testualmente le parole del procuratore Di Leo:
“L’associazione era finalizzata alla distrazione di risorse della Regione”, dichiarazione che lascia intendere una vasta rete di interessi illeciti.
Secondo la gip Giuseppa Zampino, Alesci sarebbe stato il punto di snodo tra imprese e funzionari, incaricato di raccogliere tangenti e influenzare l’andamento delle gare. Scrive ancora il quotidiano: “Era lui a gestire la turbativa d’asta per gli appalti e a distribuire le mazzette”.
Tra gli indagati anche dirigenti del Genio Civile, imprenditori agrigentini e tecnici del settore pubblico e privato. La rete si estenderebbe fino all’Urega, l’ufficio regionale che si occupa proprio di appalti e contratti pubblici, e vedrebbe coinvolti soggetti noti negli ambienti politici locali.
I legami con la politica e le intercettazioni
Secondo quanto scrive La Repubblica, l’indagine ipotizza rapporti consolidati tra Alesci e Di Mauro, tanto che l’architetto avrebbe scritto in un’intercettazione: “La sua amicizia mi ha curato, è un particolare dell’azienda di famiglia”, riferendosi a una delle imprese coinvolte.
“Un vero e proprio sistema di potere costruito attorno alla gestione delle risorse pubbliche” – sintetizza La Repubblica.
Un’indagine destinata ad allargarsi
L’inchiesta si presenta come uno dei più grossi scandali degli ultimi anni in Sicilia, con possibili sviluppi anche fuori dalla provincia di Agrigento. La rete delle relazioni, tra imprenditori, funzionari, dirigenti regionali e politici, disegna una mappa di corruzione strutturata e, come sottolineato anche dal procuratore Di Leo, con radici profonde nel sistema di potere regionale.
“È l’ipotesi della procura: un patto politico-mafioso che puntava all’attenzione delle principali amministrazioni comunali e degli enti territoriali della provincia.”
Fonte:
Articolo di Salvo Palazzolo – La Repubblica, edizione Palermo, 29 maggio 2025, pagina 5.


