Prima di tutto, come sempre, la notizia. E la notizia è che per alcuni mesi – si spera qualche settimana – la tomba di Luigi Pirandello, nei luoghi del Caos, accanto la casa natale del drammaturgo premio Nobel, sarà inaccessibile. I lungimiranti che gestiscono i beni culturali in Sicilia hanno dunque scelto i primi mesi dell’anno di Agrigento Capitale della Cultura (!!!) per effettuare un intervento decisamente importante, utile e funzionale al miglioramento dell’intera area. Ottimo il progetto, pessimo il tempismo. Un intervento che necessitava per motivi di sicurezza e decoro, donando al viale che conduce all'”erede” del pino decapitato nel 1997 da una tromba d’aria, condizioni di accessibilità migliori. La lunga staccionata che costeggia il vialetto, ad esempio, era ormai inadeguata e urgeva intervenire, come urge intervenire anche su alcuni alberi malati.

Ma la faccenda non finisce qui. L’intervento programmato proprio nell’anno di Agrigento Capitale della Cultura – non prima, men che meno dopo – prevede la recinzione dell’intera piazzetta antistante la casa natale, per impedire che i visitatori paghino il biglietto per entrare solo nel casale pirandelliano, recandosi gratis nella tomba.
Chi lo dice alle scolaresche …
Chiudendo la piazzetta, chi vorrà entrare per vedere casa e tomba pagherà il biglietto, senza “incursioni” gratuite in uno dei luoghi più suggestivi della Sicilia. Da sempre infatti per recarsi nella tomba del drammaturgo non si è pagato alcun biglietto, accedendovi liberamente nelle ore diurne. Tra qualche settimana tutto ciò sarà impossibile, senza mettere mani al portafogli. Sicuramente ci saranno i contrari a questa iniziativa che priva tutti di uno degli ultimi spazi culturali e naturalistici gratuiti, ma la filosofia in questo settore è ormai cambiata da tempo. Per godere della cultura bisogna pagare, anche coloro i quali abitano sul posto. Il tutto, nel cuore di Agrigento Capitale della Cultura, a pochi giorni dal “boom” delle visite scolastiche, come sempre programmate per la primavera, con decine di scolaresche che non potranno visitare la tomba di Pirandello.

Dovranno “accontentarsi” della casa natale, resa multimediale alcuni anni fa, dove sono impegnati solo una decina di dipendenti impossibilitati a prendere un giorno di “malattia” per non causare la chiusura del sito. Ci si interroga soprattutto sulla tempistica di questo intervento che, si spera, venga ultimato in tempi ragionevolmente rapidi. Depotenziare proprio in questi mesi uno dei luoghi simbolo, cardine, traino a livello culturale della Capitale italiana della cultura 2025 ha dell’incredibile. Pirandello, è proprio il caso di dirlo, si ribalta nella propria (inaccessibile) tomba.

