Tutte le 5 ringhiere chiuse

“E’ il momento del silenzio”, dice il sindaco di Favara Antonio Palumbo. Giusto, magari domani però, in occasione dei funerali, per i quali ha indetto anche il sacrosanto lutto cittadino. A Favara però, tra i favaresi e non solo tra loro, monta il desiderio di avere verità e giustizia per una tragedia che si sarebbe dovuto e potuto evitare. Marianna non si è suicidata, aveva un marito, tre figli che la attendevano e una gran voglia di vivere. Marianna quella mattina del primo ottobre era uscita da casa nonostante la tempesta che si era scatenata su Favara, come tanti, come tutti quelli che si svegliano per sbrigare le faccende umane di questa esistenza. E’ stata travolta dalla furia dell’acqua che si era scatenata poco prima come in un torrente in piena, nel cuore della città. E’ uscita dalla propria auto per paura, forse, di essere travolta, ma non si è resa conto della potenza del torrente in piena creatosi intorno a se. Marianna è scivolata, un commerciante della zona ha tentato di afferrarla, ma purtroppo non c’è riuscito ed è stata inghiottita dal collettore per le acque bianche. Un collettore che su cinque griglie di trattenimento ne aveva chiuse solo 3 su 5 ed è entrata proprio in una di quelle due aperte. Inghiottita e restituita solo stamattina, in circostanze atroci e casuali da alcuni cacciatori, dopo 19 giorni di ricerche incessanti da parte di tutti gli organi preposti. Sul campo delle ricerche si sono spesi cani molecolari, apparecchiature sofisticate, uomini pieni di coraggio e dedizione, gli psicologi dell’Asp, il sindaco in prima linea nelle ricerche. Tutti a fare il tifo affinchè questa donna venisse trovata, prima viva, poi almeno il proprio cadavere. La domanda, prima del silenzio di domani, è una: si poteva evitare? La risposta è certamente sì, almeno in ogni luogo del mondo in cui alla furia della natura rispondono infrastrutture adeguate. Ad esempio, quelle ringhiere nel collettore dovevano essere tutte chiuse, senza farlo diventare una sorta di “lotteria”, dove chi becca quelle due aperte muore, in circostanze atroci.

La famiglia chiede alla Procura di fare luce sull’accaduto

Il primo intervento dei vigili del fuoco dopo la scomparsa di Marianna nel collettore

E poi: l’allerta meteo gialla, indicata dalla Protezione Civile regionale e accolta dai sindaci, era quella idonea a consigliare tutti a non uscire da casa? La Procura della Repubblica di Agrigento ha ovviamente in animo di aprire una indagine per fare chiarezza e accertare eventuali responsabilità. Perchè questa tragedia si poteva e doveva evitare. Ad oggi non risultano persone indagate anche perchè gli inquirenti devono delimitare il perimetro dell’ipotesi di reato o di reati da contestare agli eventuali indagati. La famiglia della donna, tramite il loro avvocato ha lasciato intendere la necessità di dare una risposta alla propria voglia di giustizia e attraverso l’avvocato Salvatore Cusumano non darà tregua alla Procura, nel fare chiarezza sull’accaduto. Marianna non si è suicidata e non è morta in un incidente stradale. Voleva tornare a casa dai propri cari. Da qualche giorno il collettore ha tutte le ringhiere di trattenimento chiuse. Dopo il silenzio di domani, si attendono risposte da chi le deve darle. 

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