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Si è svolto nei giorni scorsi, a Bagheria, l’incontro della Commissione dell’Ufficio Regionale per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana. Ad aprire i lavori è stato Don Aldo Sciabbarasi, direttore dell’Ufficio Migrantes di Agrigento, che ha  sottolineato che sono numerosissimi “ gli agrigentini che ormai da tanti anni vivono fuori e magari non sono più rientrati nella loro terra natia”.  Il fallimento della politica nei nostri paesi, quelli della provincia di Agrigento, lo tocchi con mano quando leggi notizie come queste: secondo il Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, i siciliani iscritti all’AIRE (Registro Italiani Residenti all’Esyero)  sono 826.116 e la provincia di Agrigento posiziona  al primo posto in Sicilia e tra le province più colpite dall’emigrazione in tutta Italia.

I residenti in provincia di Agrigento iscritti all’AIRE, secondo i dati più recenti disponibili, quelli del 2023, sono infatti 160.960. Agrigento con 55.512 abitanti e 6.700 iscritti all’Aire fa registrare un’incidenza dell’12,1%.

Un primato negativo in crescita costante

Il fenomeno dell’emigrazione nella provincia agrigentina mostra una crescita continua e inesorabile.   Nel 2022 erano 159.733 gli iscritti all’AIRE,  nel 2021,   erano già quasi 160.068, si registra un aumento di quasi mille unità all’anno negli ultimi anni.La provincia di Agrigento supera ampiamente altre grandi province siciliane come Palermo (135.000 iscritti) e Catania, confermando un trend storico che dal 2006 al 2023 ha visto crescere del 70% il numero di siciliani registrati all’AIRE.

L’incidenza sulla popolazione residente

Particolarmente significativo è il rapporto tra iscritti AIRE e popolazione residente: In Sicilia è il 13, 5 % rispetto alla popolazione residente. In provincia di Agrigento con 160.960 emigrati e una popolazione provinciale di circa 413.000 abitanti, l’incidenza raggiunge il 38,7%, attestando Agrigento al secondo posto nazionale dopo la provincia di Enna (52,6%).Alcuni comuni agrigentini presentano situazioni ancora più drammatiche. Sant’Angelo Muxaro detiene il record siciliano con 2.549 iscritti all’AIRE a fronte di soli 1.156 residenti, pari al 220,5%, seguito da Santa Elisabetta (152,8%), Cattolica Eraclea (147,9%), Cianciana (138,9%), Comitini (131,5%), San Biagio Platani (124%) e Grotte (102%).

I comuni più colpiti

Tra i centri urbani, Licata si posiziona al terzo posto tra i comuni siciliani con più emigrati, contando 17.437 iscritti all’AIR, seguita da Palma di Montechiaro con 12.196 e Favara con 10.574.Questi tre comuni da soli rappresentano circa il 25% del totale degli emigrati agrigentini.

Il profilo degli emigrati

Il dato più preoccupante riguarda la composizione demografica: il 43% degli emigrati agrigentini ha meno di 35 anni, mentre la percentuale di chi è nato all’estero è relativamente bassa (36,2% del totale). Questo significa che la maggioranza degli iscritti all’AIRE dalla provincia di Agrigento è composta da persone nate in Italia che hanno scelto di emigrare, non da discendenti di emigrati storici.

Le destinazioni principali

Le mete preferite dagli agrigentini che si trasferiscono all’estero sono principalmente Germania (24%), Svizzera (18%) e Belgio (15%). Si tratta prevalentemente di giovani under 35, lavoratori qualificati (insegnanti, infermieri, artigiani) e pensionati attratti da fiscalità agevolata.

Le cause del fenomeno

Secondo il Rapporto della Fondazione Migrantes, i motivi principali dell’emigrazione agrigentina sono la ricerca di opportunità professionali (58%), condizioni economiche precarie (32%) e ricongiungimento familiare (10%). Le difficoltà lavorative, i costi della vita crescenti, la carenza di infrastrutture e di servizi pubblici costituiscono le basi strutturali di questo esodo.

Va precisato che non tutti coloro che si trasferiscono all’estero si iscrivolo all’AIRE. Quindi la situazione è ancora pià drammatica. 

L’emigrazione dalla provincia di Agrigento rappresenta quindi non solo un fenomeno quantitativamente rilevante, ma soprattutto una perdita drammatica di capitale umano, con conseguenze demografiche ed economiche destinate a pesare sul futuro del territorio per i decenni a venire. La statistica è una condanna verso una classe politica locale che tradisce le promesse, tradisce soprattutto i giovani; si rivela incapace e insensibile verso la sorte di chi cerca lavoro; non ha alcuna volontà politica nell’attuare misure, scelte, opportunità, programmazioni che favoriscano l’occupazione, frenino l’esodo dei nostri giovani migliori. Tante famiglie agrigentine fanno i conti con questi drammi perché vedono i loro figli abbandonare le nostre città e spesso devono seguirli per continuare a sostenerli, magari come nonni o perché vivere senza i figli vicini è frustrante. Chi amministra in questa nostra Capitale della Cultura vede i miglior giovani, le migliori menti lasciare la Valle dei Templi e non fa sostanzialmente nulla per trattenerli. Chi pensava che l’anno in cui la Città è stata premiata come Capitale della Cultura avrebbe potuto essere l’occasione per vedere anche solo una piccola svolta, è rimasto deluso. Anche le risorse a disposizione quest’anno non sono serviti per migliorare la situazione occupazionale, ma per ben altro, come ben sappiamo. Nulla è stato creato quest’anno per realizzare qualcosa di strutturale e di lunga permanenza per favorire l’occupazione. Milioni bruciati in eventi durati un giorno o una settimana, che tra l’altro non hanno neppure portato una crescita significatica di turisti in città, come ci dice anche la Corte dei Conti. Quando chi cerca lavoro è costretto a lasciare la propria terra, non c’è che una verità abbagliante: i politici di quella terra sono degli incapaci. Già oggi la storia li condanna. 

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