Immaginate la scena: se venerdì prossimo, intorno alle 19, un gruppo di marziani sbarcasse ad Agrigento, trovandosi al cospetto di migliaia di “progressisti” indigeni intenti a protestare contro il disastro creato dall’attuale amministrazione comunale, specie sul “boomerang” di Capitale italiana della cultura, questi stessi alieni si farebbero una idea molto semplice. L’idea che ad Agrigento c’è tanta gente “di sinistra” (della prima e dell’ultima ora) capace di mettere gli attributi sul tavolo, portando in piazza i cittadini esasperati dal malgoverno del cosiddetto “centrodestra”. E che, chissà da quanto tempo, questa “area progressista” – penserebbero i marziani – è impegnata nel denunciare (anche in procura) la pessima gestione del cosa pubblica! Avrebbero pensato male però – sempre questi marziani – ignari della realtà di questi ultimi dieci anni. Coloro i quali hanno organizzato (era ora) una manifestazione di civile dissenso infatti, dove sono stati negli ultimi cinque anni almeno? Per non dire prima, visto che il disastro economico del Comune inizia almeno un lustro antecedente. Di certo, a parte qualche comunicato stampa e qualche post social, non a fare trincea.
Potenza del calendario e del “pagellone”
Dinanzi allo scorrere inesorabile del calendario, con le elezioni del prossimo anno quasi a “tiro”, i progressisti hanno deciso di fare quello che non hanno fatto in questo lustro: l’opposizione, almeno fuori dal palazzo. Alcuni mesi fa hanno istituito la figura del portavoce dell’area, nella prestigiosa, qualificata e qualificante figura del giornalista Nuccio Dispenza. Attorno a costui, la marmellata dell’associazionismo locale, poi il Pd e chissà, ciò che resta del Movimento 5 stelle locale. Tutti pronti a scendere in piazza, solo dopo il tranciante “pagellone” che la Corte dei Conti ha rifilato alla fallimentare esperienza della Capitale italiana della Cultura alla “giurgintana”. Sul volantino che preannuncia la manifestazione non compare alcun simbolo di partito, ma una sorta di mosaico a rappresentare appunto la cosiddetta “area progressista”. Come se fosse una vergogna mostrare il proprio simbolo di partito, al momento in cui metterci la faccia contro la gestione attuale del Comune. Del resto le elezioni dovrebbero tenersi nel prossimo aprile ed “esporsi” così in anticipo sarebbe pericoloso per qualcuno che ancora non ha chiaro con chi schierarsi. Del resto la coerenza è una cosa importante, vien da pensare. Per non parlare poi di come una certa area di sinistra, pronta a protestare contro la mala gestione di Capitale della Cultura, abbia partecipato al disastro, ottenendo alcuni progetti ben finanziati, sempre di scarsissimo seguito, tutt’altro che accostabili a una cultura di centrodestra. Come dire: anche ad Agrigento la verginità è una cosa seria. Ecco perché i marziani precipitando venerdì sera ad Agrigento si farebbero un’idea distorta su cosa sta accadendo “politicamente” nella città dei Templi. La città dove coerenza e verginità sono roba da marziani.


