Sul finire dell’anno del Giubileo 2025, in un momento storico di grandi crisi politiche, economiche e sociali, quello del Pellegrino della Speranza sembra essere un vero e proprio invito a seguire un cammino verso la pace e la carità.
Il Giubileo storicamente fu istituito da Papa Bonifacio VIII nel 1300 con una cadenza di cento anni.
Successivamente la frequenza fu ridotta dapprima a cinquant’ anni da Papa Clemente VI e poi ulteriormente accorciata a venticinque da Paolo II nel 1470, per consentire a ogni generazione di fedeli di viverne almeno un’edizione.
In occasione di questo particolare anno Santo che ha visto l’avvicendarsi del nuovo Papa e l’apertura di un altro pontificato, si è voluto dedicare una giornata per conoscere chi silenziosamente e alacremente serve i più fragili e i marginalizzati, i senza nome, i poveri.
Protagonisti, gli allievi di una scuola professionale, l’Eris di Palermo, che mensilmente si recano senza clamori al Centro Caritas “San Carlo e Santa Rosalia” del capoluogo siciliano per contribuire con la propria professione alla mission della cura delle persone lì residenti, sia uomini che donne, portando loro un servizio di barberia e acconciatura a titolo gratuito.

Addentrandosi nelle vie alle spalle della vivace Piazza Rivoluzione, in vicolo San Carlo sorge un edificio storico, parte di un ex complesso monastico di suore benedettine, che dal 1938 viene chiamato Palazzo Caritas.
Oggi ospita il Centro “San Carlo e Santa Rosalia” noto anche come Locanda del Samaritano, una struttura gestita dalla Caritas Diocesana per l’accoglienza di persone in difficoltà.
Da sempre il ruolo civico della Caritas è quello di promuovere la solidarietà e il diritto al rispetto della dignità umana: spesso è un ponte tra la comunità e il territorio, e attraverso la carità si adopera per accrescere la sensibilità verso le persone e le comunità in difficoltà, traducendo questo sentimento in azioni concrete.
Non si limita alla mera assistenza, ma lavora per dare dignità e autonomia alle persone, aiutandole a diventare protagoniste del proprio cambiamento.
Inoltre agisce per rafforzare il senso civico nella collettività, promuovendo il riconoscimento degli altri e l’impegno per costruire una società più giusta ed equa, dando così un contributo attivo alla giustizia sociale e mettendo in campo interventi concreti, studi sulle cause della povertà e rimedi possibili.
Opera attraverso i volontari, gli educatori, gli assistenti sociali che giornalmente aiutano chi nella società non ha più trovato posto, e lo fanno con semplicità e dedizione, ma anche con regole precise e garantendo accoglienza continua.
Molteplici sono le attività che si svolgono all’interno della struttura: oltre al centro di ascolto per le fragilità, ci sono la distribuzione degli alimenti e degli abiti, un servizio mensa di fraternità e l’osservatorio delle povertà, aperti ventiquattr’ore ore su ventiquattro e sette giorni su sette.
La loro forza si fonda sul prezioso e irrinunciabile contributo degli operatori che, sempre col sorriso sulle labbra, accolgono giornalmente chi bussa alla loro porta, senza pregiudizi o stereotipi.
Non è facile scorgere la bellezza dei tratti umani in creature che si presentano alla Caritas in pessime condizioni igieniche, ferite nel corpo e nell’anima da una società spesso impietosa e cinica.
I volontari però riescono a superare tutto ciò e accolgono sempre con dolcezza e disponibilità.
Al Palazzo Caritas si accede attraversando un portone in legno, e una volta entrati nell’atrio i rumori della strada si spengono e lasciano spazio a un silenzio pacifico.
Al centro del cortile sorge un enorme albero che fa da mantello a una statuetta bianca della Madonna circondata da fiori che rende quasi sacro il luogo.
Per adattare la struttura alle nuove funzioni, nel tempo sono stati eseguiti lavori di adeguamento in alcuni ambienti, e realizzati nuovi spazi, quali appunto il giardino interno.
All’interno gli utenti possono beneficiare di un servizio lavanderia, una mensa, dei bagni con docce, corredo da bagno nuovo e pulito per tutti; c’è anche un dormitorio in grado di ospitare fino a ventiquattro persone, tra uomini e donne, che trovano riparo e ristoro in stanze dalle lenzuola candide con bagni lindi che pur nella semplicità, insieme a un refettorio e una sala te, sanno di casa e quotidianità.

Il dormitorio del San Carlo supporta il Comune di Palermo attraverso la Cooperativa “Piccola Panormita”, che attraverso lo strumento del POC – Piano Operativo Comunale – si occupa della gestione dei servizi di supporto ai cittadini in difficoltà con la distribuzione di aiuti alimentari o altre forme di assistenza, facendo anche da braccio operativo della Caritas.
All’arrivo si viene accolti dalla responsabile educativa, la dottoressa Nancy Regolo che gestisce la struttura: è lei stessa a raccontare che la cooperativa opera per dare supporto alle persone in difficoltà attraverso attività di assistenza materiale, distribuzione di cibo e beni di prima necessità, supporto psicologico e orientamento ai servizi del territorio con i centri di ascolto.
Nella struttura ci si occupa anche dell’educazione, grazie alla cooperativa e ai suoi specialisti : si mette in atto una funzione pedagogica i cui obiettivi sono la promozione della crescita di ogni persona, il suo possibile rientro nella società, creando un sistema di regole per la ricostruzione del sé e della giusta percezione delle proprie capacità, ma anche lavorando sull’intera comunità attraverso la promozione di esperienze concrete, significative, partecipate che aprano uno spiraglio di speranza a questi uomini e donne marginalizzati, valorizzando il volontariato e collaborando con le istituzioni civili.
La mensa offre fino a cinquantadue pasti al giorno, e tutti i servizi sono garantiti dai volontari e dai soci della cooperativa tra cui la signora Giovanna Conigliaro, la presidente Nadia Sabatino, il vice presidente Salvo Rizzuto che cura la logistica e il signor Salvo Mercurio che coordina i volontari.
Nella locanda, la Caritas ospita anche studenti stranieri impegnati nell’Erasmus, professori universitari e studiosi inseriti in progetti educativi e non solo, ospitandoli in un’ala della residenza in appartamenti semplici ma funzionali, con cucina e ambienti accoglienti, fino a otto posti letto.
Ciò che emerge visitando la struttura è una realtà simile a un alveare, sempre in moto e sempre pronta ad aiutare chi ha bisogno, in un clima collaborativo e aperto anche agli aiuti esterni come nel caso dei giovani barbieri e acconciatori che donano il loro tempo e la propria opera per contribuire a restituire dignità e amore per la vita a chi li ha persi.


