Il destino è proprio beffardo. Come noto è la Squadra Mobile della Questura di Agrigento, coordinata dalla Procura della Repubblica, sta indagando sulla realizzazione della nuova condotta idrica della città dei Templi, i cui lavori sono stati avviati nelle scorse settimane nella zona di via Demetra, nonostante non ci sia ancora il finanziamento ufficiale. Bene. Questa mattina, come ormai noto, il tratto iniziale della via Imera, ai piedi della scala delle Poste centrali è stata sollevata dalla potenza dell’acqua, fuoriuscita dalla tubatura. Ma, il destino che c’entra?

A un passo dalle poste, a due passi dalla strada sollevatasi di 50 cm, sorge ieratica proprio la Questura. L’esplosione idrica ha assunto quasi i connotati di una metaforica sfida allo Stato, un affronto del fato verso chi sta cercando di fare luce sui presunti intrallazzi nella realizzazione della più importante opera pubblica per una comunità. La faccia del questore, dei suoi più stretti collaboratori era tutta un programma, mentre l’acqua bolliva come i vulcanelli delle Macalube. Vien quasi da immaginare (ironicamente, ma fino a un certo punto) un’altra roba del genere in via Mazzini, dalle parti della Procura, anche se da quelle parti la pressione dell’acqua pare non raggiunga picchi come quello raggiunti stamattina, per cause casuali o meno. Difficile che la condotta salti anche da quelle parti.

Niente sequestro della zona

Sì, perchè alcuni tecnici consultati da Report Sicilia, non escludono che dietro questo disastro annunciato ci possa essere la mano di un uomo. Un uomo incapace di azionare il sistema di distribuzione o, chissà, inserito in quel contesto deviato sul quale la Procura di Agrigento sta alacremente lavorando, a suon di arresti, avvisi di garanzia e mazzette sequestrate. Qualcuno stamattina si aspettava che l’intera area della rottura potesse essere posta sotto sequestro dalla stessa Procura, magari per accertare appunto risvolti investigativi utili. Al momento la zona non è sotto sequestro.

Assessore C.Cantone presente, presidente Aica S.Cantone no

Altro dettaglio “curioso”: tra i primi ad accorrere tempestivamente sul luogo dell’esplosione è stato l’assessore comunale alla polizia municipale Carmelo Cantone, fratello di Settimio, presidente dimissionario dell’Aica, l’ente che avrebbe dovuto evitare una simile situazione. Tutti risvolti di un’unica medaglia, in attesa che l’area – non essendo stata ad oggi sequestrata – possa tornare a essere fruibile, con la riparazione della condotta danneggiata e il ripristino della normale erogazione idrica. Perchè l’acqua c’è eccome, solo che – secondo la Procura – non ci veniva erogata per i presunti intrallazzi, dell’associazione a delinquere ipotizzata e indagata da almeno due anni. 

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