AGRIGENTO – Legambiente Sicilia torna a puntare i riflettori su una delle vicende urbanistiche più controverse della città: il caso “Self Service 2”. Con una richiesta formale inviata al dirigente del settore V del Comune di Agrigento, l’associazione ambientalista guidata da Daniele Gucciardo chiede l’accesso agli atti relativi agli immobili realizzati a San Leone, in Viale delle Dune, finiti anni fa al centro di un’inchiesta giudiziaria.

Si tratta di otto villette poste sotto sequestro nel 2013, costruite su un terreno sottoposto a vincoli: un’area destinata a parcheggio pubblico e un’altra a parco territoriale (zona G2), peraltro priva delle necessarie opere di urbanizzazione. La vicenda era emersa grazie all’attività della squadra anti-abusivismo edilizio della Polizia Municipale, che aveva segnalato le anomalie.

La Procura della Repubblica di Agrigento, tramite un consulente tecnico, aveva confermato le irregolarità, parlando di opere in violazione degli strumenti urbanistici e delle leggi regionali e statali. Tuttavia, il procedimento giudiziario si è concluso senza condanne effettive: i reati contestati sono infatti caduti in prescrizione, lasciando insoluti diversi interrogativi.

Proprio per questo Legambiente chiede oggi di accedere agli atti abilitativi ed edilizi:

  • per comprendere perché non sia stata disposta la confisca dei terreni e delle opere abusive;

  • per verificare come sia stato possibile arrivare al completamento degli immobili nonostante i vincoli e le irregolarità accertate.

Una vicenda che torna ad agitare il dibattito pubblico, soprattutto in un momento in cui Agrigento, proclamata Capitale italiana della Cultura 2025, dovrebbe mostrare al Paese e al mondo il volto migliore di sé.

Legambiente, ancora una volta, chiama in causa le istituzioni locali: trasparenza e chiarezza sono le uniche strade per ricostruire la fiducia dei cittadini e difendere il territorio da speculazioni e abusi edilizi che rischiano di deturpare l’identità stessa della città.

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