La relazione del GIP di Agrigento conferma l’esistenza di un sistema che condizionava le forniture nei cantieri di Licata. Al centro: Bartolo Consagra, il cognato di Spiteri, consigliere di maggioranza, e l’influenza del sindaco Angelo Balsamo.
Quanto raccontato in intercettazioni e colloqui ambientali tra imprenditori trova oggi un riscontro formale. Con il provvedimento del Giudice per le indagini preliminari Giuseppa Zampino del Tribunale di Agrigento, emergono gravi indizi sull’esistenza di un sistema politico-imprenditoriale radicato a Licata, fondato sul condizionamento delle forniture nei cantieri pubblici e privati.
Secondo quanto riportato nella relazione depositata il 17 giugno 2024, l’imprenditore Bartolo Consagra, il sindaco Angelo Balsamo e il consigliere comunale Giovanni Spiteri – che risulta essere cognato di Consagra, e non del sindaco – sarebbero i vertici di un sodalizio che, grazie a pressioni dirette su altri imprenditori, pilotava gli affidamenti delle forniture di calcestruzzo.
I passaggi chiave della relazione
“Le indagini… hanno evidenziato la possibile sussistenza in Licata di un accordo tra politici locali – sindaco (avv. Angelo Balsamo) e consigliere comunale di maggioranza Spiteri e l’imprenditore Consagra Bartolo, di cui lo Spiteri è peraltro, cognato – affinché attraverso pressioni… le forniture di calcestruzzo e inerti… vengano affidate… a società e mezzi di Consagra Bartolo.”
L’intero impianto si basa sulle dichiarazioni dell’imprenditore Francesco Urso, direttore tecnico della Beton Mix s.r.l., che ha fornito alla Squadra Mobile registrazioni audio, contratti e nomi. Urso racconta episodi in cui imprese che inizialmente lo contattavano per le forniture venivano poi dirottate su Consagra, con motivazioni mai legate al prezzo o alla qualità, ma piuttosto a pressioni esterne, ricatti politici o debiti pregressi.
I nomi confermati dall’inchiesta
Il provvedimento del GIP conferma i soggetti coinvolti nelle dinamiche già denunciate pubblicamente:
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Angelo Balsamo, sindaco di Licata;
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Giovanni Spiteri, consigliere comunale di maggioranza, cognato di Consagra;
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Bartolo Consagra, imprenditore favorito;
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Calogero Malfitano, imprenditore che conferma le pressioni subite;
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Diego Caramazza, referente di cantiere che avrebbe imposto il fornitore;
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Francesco Urso, imprenditore escluso, che ha denunciato il sistema.
Le dichiarazioni che incastrano
Urso racconta di essere stato escluso da più cantieri, pur avendo accordi firmati e preventivi più vantaggiosi, in favore dell’azienda di Consagra. Emblematico è il caso della scuola in via Trazzera/Piazza Armerina, dove l’accordo iniziale con Beton Mix è stato revocato per decisione del subappaltante Caramazza, che avrebbe ricevuto “indicazioni” precise su chi doveva fornire il calcestruzzo.
Malfitano, presente in quel cantiere, riferisce di essersi sentito “imposto” ad accettare il cambio di fornitore, parlando apertamente con Urso di una rete di potere composta da Balsamo, Spiteri e Consagra.
“Quel gruppo ormai rappresenta una vera organizzazione politico/imprenditoriale che mira a sostituire le concorrenti, soprattutto l’impresa di Urso Francesco.”
I rapporti familiari e politici
Nel documento si legge chiaramente:
“È stato accertato che Consagra Bartolo è cognato di Spiteri Giovanni, consigliere di maggioranza, a sua volta sposato con la sorella di Consagra Bartolo, identificata in Consagra Vincenza.”
Il legame familiare non è con il sindaco Balsamo, come ipotizzato in alcune conversazioni, ma tra Spiteri e Consagra, il che non sminuisce il peso politico della rete, bensì lo consolida, data la presenza di Spiteri in consiglio comunale.
Le parole degli imprenditori intercettati trovano oggi un riscontro giudiziario puntuale. Il GIP Zampino autorizza nuove intercettazioni perché le prove già raccolte confermano l’esistenza di pressioni coordinate, esclusioni premeditate, e una gestione pilotata delle forniture nei cantieri di Licata.
Il sistema, secondo quanto emerge, limitava la libera concorrenza e avvantaggiava sempre la stessa impresa: quella di Consagra Bartolo, sostenuta – secondo i testimoni – da un asse politico-familiare ben strutturato. La procura indaga.