Ad Agrigento la vicenda del Liceo Politi e della scuola media Pirandello si arricchisce di un nuovo e clamoroso dettaglio: secondo quanto emerso da verifiche effettuate da Report Sicilia, esiste già una gara avviata per il trasloco del Politi. Un elemento che potrebbe rivelarsi risolutivo per la questione, ma che rende ancora più grave e inspiegabile l’atteggiamento del sindaco Francesco Miccichè, che da settimane continua a minimizzare il problema e a non assumere decisioni concrete.
Locali dichiarati inagibili
Come ricordato nel nostro precedente articolo (leggi qui), i locali che ospitano il Liceo Politi e la scuola Pirandello sono stati giudicati inidonei e non sicuri ad ospitare studenti e personale scolastico. La questione era stata sollevata ufficialmente dal presidente del Libero Consorzio, mentre l’amministrazione comunale aveva replicato con toni polemici, senza mai entrare nel merito delle gravi criticità strutturali.
La scoperta: una gara per il trasloco già esiste
Eppure, oggi emerge un fatto nuovo e decisivo: è stata avviata una gara per il trasloco del Liceo Politi, segno che le istituzioni sanno bene che la permanenza degli studenti in quei locali è rischiosa e non più sostenibile.
La domanda è inevitabile: perché, nonostante questo, il sindaco non informa la cittadinanza e non assume un ruolo di garanzia per la salute pubblica, che per legge è a suo diretto carico?
La responsabilità del sindaco, che è anche medico
La situazione appare ancora più paradossale se si considera che il sindaco Miccichè, oltre a ricoprire la carica istituzionale, è anche un medico. Questo doppio ruolo rende il suo atteggiamento non solo politicamente inadeguato, ma eticamente e professionalmente inaccettabile: chi ha giurato di tutelare la salute dovrebbe essere il primo a non esporre studenti, docenti e famiglie a rischi evitabili.
Una città ostaggio dell’immobilismo
Agrigento, a pochi mesi dall’essere Capitale della Cultura 2025, si ritrova con due scuole centrali bloccate tra rimpalli burocratici e silenzi istituzionali.
La cittadinanza si interroga: quanto dovremo ancora aspettare perché prevalga la responsabilità e si metta in atto una soluzione già a portata di mano?

