C’era una volta il lutto cittadino. Lo dichiaravano i sindaci in occasione di stragi, gravissimi episodi capaci di coinvolgere realmente l’intera comunità per le ricadute sociali derivanti dall’improvvisa tragedia. Erano “occasioni straordinarie” e per questo, assumevano un valore ancor più pregnante, capace di nobilitare ulteriormente la triste circostanza. Lunedì ad esempio a Milano sarà lutto cittadino per la morte di Giorgio Armani. La morte è morte per tutti, come diceva Totò, è la “livella” dinanzi la quale siamo tutti uguali. Ma da qualche tempo, sull’onda social, sull’onda della mediaticità capace di dare valore a tutto, a prescindere da tutto, i sindaci non esitano un secondo a dichiarare il lutto cittadino. Appena scompare qualcuno in circostanze diverse dalla “norma”, ecco l’ordinanza e, ovviamente il comunicato stampa per informare la comunità. Alcuni chiarimenti tecnici: il lutto cittadino è proclamato in caso di decesso del Sindaco e per eventi che coinvolgono tragicamente l’intera collettività. Nel caso in cui venga proclamato il lutto cittadino, la bandiera del Comune viene esposta avvolta nel nastro nero sugli edifici comunali.

Domande e risposte

Ma, la domanda essenziale è: in che cosa consiste il lutto cittadino? Il lutto cittadino consiste nell’esposizione delle bandiere a mezz’asta dai palazzi municipali. Il sindaco, a seconda delle circostanze, può determinare altri segni di lutto, così come invitare la cittadinanza ad una sospensione delle sue occupazioni in una certa ora della giornata. Altro quesito fondamentale: Quando si dichiara il lutto cittadino? La Giunta Comunale può proclamare il lutto cittadino nei casi in cui rilevi che l’avvenimento luttuoso meriti la partecipazione di tutta la cittadinanza per i suoi riflessi sociali, civili e morali. Nelle scorse settimane, ci sono stati comuni in provincia di Agrigento, dove i sindaci hanno dichiarato più lutti cittadini nel corso della stessa settimana, a causa di improvvise dipartite particolarmente cruente. Una inflazione che lascia francamente perplessi, dato il valore che una simile dichiarazione istituzionale dovrebbe avere. Piccole comunità possono certamente essere colpite dalla morte improvvisa di qualcuno, per una malattia, per un incidente in strada o sul lavoro, ma “normalizzare” il lutto cittadino no. Ormai tutto deve essere enfatizzato, chi governa deve “marchiare” ogni cosa, istituzionalizzare anche il dolore altrui, come se la comunità non fosse scossa da sola per un improvvisa morte e avesse bisogno del sigillo del Comune di turno. Si torni alla normalità anche dinanzi la morte, al cospetto della quale siamo tutti uguali.

Autore