Un paziente con priorità urgente riceve un appuntamento dopo 200 giorni. La denuncia accende i riflettori sullo stato della sanità agrigentina. Pace: “Le criticità sono reali, servono soluzioni e risposte credibili, non annunci contabili.”
Ancora una volta le liste d’attesa nella provincia di Agrigento tornano al centro della discussione pubblica e del malcontento dei cittadini. L’ultimo caso, segnalato proprio in questi giorni, riguarda un paziente che — a fronte di una prescrizione medica urgente (entro 72 ore) — si è visto assegnare 55 giorni di attesa per una visita di chirurgia generale e addirittura 200 giorni per una colonscopia.
Una tempistica inaccettabile, soprattutto quando il diritto alla salute dovrebbe essere garantito non solo sulla carta, ma nei fatti.
Il commento arriva puntuale da chi da tempo osserva e denuncia le distorsioni del sistema sanitario agrigentino. “Le notizie che continuano ad arrivare sui tempi d’attesa nella nostra provincia destano legittima preoccupazione – afferma Pace – e rappresentano solo la punta dell’iceberg. Ogni giorno ricevo decine di segnalazioni simili da cittadini sfiniti da tempi eterni e disservizi ricorrenti.”
Il riferimento va anche al recente annuncio da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale di un presunto “azzeramento delle liste d’attesa”, una comunicazione che ha suscitato non poche perplessità.
“Un dato che sembra frutto di tecnicismi contabili, più che di un reale miglioramento – continua Pace –. Gli annunci, che esamineremo fino in fondo, devono essere seguiti da azioni concrete, perché la realtà quotidiana racconta una sanità ben diversa da quella che si vorrebbe far credere.”
Secondo la percezione ormai diffusa, la sanità agrigentina è in difficoltà strutturale: mancano risorse, mancano medici, e i servizi offerti ai cittadini non sono all’altezza dei bisogni reali.
“Il diritto alle cure in tempi certi è sacrosanto, non negoziabile – sottolinea Pace –. Ed è evidente che qualcosa non funziona. Serve un’analisi seria, serve capire perché accadano questi ritardi, e serve soprattutto intervenire.”
Pur riconoscendo il valore e la dedizione di medici, infermieri e operatori socio-sanitari, il nodo resta la gestione, sempre più percepita come inefficiente.
“A loro – conclude Pace – va il nostro ringraziamento più sincero, perché spesso riescono a colmare le falle di un sistema che li lascia soli. Ma le criticità non si risolvono da sole. Vanno affrontate in un’ottica di sistema, migliorando servizi e tempistiche, e offrendo ai cittadini **risposte credibili, non illusioni.”

