Lorena Quaranta, l’abbraccio eterno della sua città: Favara non dimentica

Favara non dimentica. Non lo ha fatto nei giorni del dolore, non lo ha fatto nei giorni del processo, e non lo fa oggi, mentre una sentenza definitiva pone il sigillo della giustizia su una delle ferite più profonde della sua comunità: l’omicidio di Lorena Quaranta.

A dare voce – e forma – al sentimento collettivo è ancora una volta Sergio Criminisi, che in una potente e toccante illustrazione raffigura Lorena seduta, di spalle, davanti alla sua città. Non è sola. La città stessa, con le sue case e la sua cupola, si anima in un gesto umanissimo: la stringe in un abbraccio fatto di pietra e memoria, con decine di mani che la cingono, la proteggono, la tengono viva. Sul cartello che identifica il luogo, una sola parola: Favara. Sotto, la dedica:

“Questo è ciò che ti ‘stringerà’ per sempre… l’abbraccio della tua città”.

Un disegno che vale più di mille parole. Un’immagine che racchiude l’amore, il dolore e la voglia di non dimenticare, nemmeno dopo la condanna definitiva all’ergastolo per chi le ha tolto la vita. Lorena, studentessa di Medicina, era un simbolo di luce, futuro, dedizione. Il suo sorriso spezzato ha scosso l’intera nazione, ma è a Favara, la sua terra, che continua a appartenere.

Lì dove la giustizia degli uomini si è finalmente espressa, quella del cuore e della memoria continua ogni giorno. E l’opera di Criminisi lo testimonia: la città la stringe ancora, la città non l’ha lasciata andare.

Favara, oggi più che mai, è Lorena. E quell’abbraccio, scolpito nell’immaginazione collettiva, vivrà per sempre.