“Un inaccettabile attacco alla dignità della magistratura e una distorsione della verità storica su uno dei procedimenti giudiziari più importanti nella lotta contro la criminalità organizzata”: con queste parole, l’avvocato penalista Stefano Giordano commenta le dichiarazioni rese nel corso del podcast condotto da Fedez e altri, in cui l’intervistato Gaspare Mutolo ha sostenuto che la situazione nel Maxiprocesso di Palermo fosse inizialmente “tranquilla” a causa della presenza di un presidente “che veniva dal civile e non capiva niente”.
Il riferimento è al presidente Alfonso Giordano, magistrato di straordinaria competenza ed esperienza anche in ambito penale, scomparso nel 2021, “che – si legge nella nota diffusa dal figlio Stefano – ha guidato con coraggio e professionalità una delle pagine più importanti della giustizia italiana”.

Oltre alla ferma condanna per le affermazioni del collaboratore di Giustizia, Stefano Giordano esprime “profonda indignazione e ferma disapprovazione” anche per la mancata rettifica, da parte dello stesso Gaspare Mutolo, in merito a quanto dichiarato.
“Né i conduttori – aggiunge – hanno preso le distanze dalle gravissime dichiarazioni, dimostrando una totale mancanza di responsabilità editoriale e di rispetto per le istituzioni”.
“È inammissibile – si legge nel comunicato – che la figura di un servitore dello Stato possa essere infangata dalle parole di un criminale e da chi, irresponsabilmente, gli offre una piattaforma per diffondere simili falsità: il presidente Alfonso Giordano merita il massimo rispetto per il suo impegno nella lotta alla mafia e per avere contribuito al successo del Maxiprocesso in maniera decisiva”.
“Per tali ragioni – sottolinea l’avvocato – annunciamo che tutti i soggetti coinvolti nella redazione e nella diffusione del contenuto, saranno chiamati a rispondere delle proprie responsabilità davanti all’autorità giudiziaria competente, inclusi Gaspare Mutolo, i conduttori e chiunque abbia contribuito alla realizzazione senza intervenire per correggere o contestualizzare le dichiarazioni”.
“Il Maxiprocesso – osserva- rappresenta una pietra miliare nella storia della giustizia italiana e nel contrasto alla criminalità organizzata e qualsiasi tentativo di sminuirne il valore o di delegittimare l’operato dei magistrati che vi hanno partecipato è inaccettabile”.
“La libertà di espressione – conclude – non può mai trasformarsi in licenza di offendere la memoria di chi ha servito lo Stato con dedizione e di distorcere la verità su eventi cruciali della nostra storia recente”.
Fonte foto: Facebook