Il TMB da 34 milioni di Melilli finisce all’Ars: La Vardera interroga Schifani e Messina sui terreni riconducibili ai parenti del sindaco Carta.
Il caso del nuovo impianto TMB di Melilli, dal valore complessivo di 34 milioni di euro, approda all’Assemblea Regionale Siciliana. Dopo la nostra inchiesta su Report Sicilia, anche Il Fatto Quotidiano ha rilanciato la vicenda, evidenziando come i terreni individuati per la realizzazione dell’impianto ricadano su aree riconducibili al cugino(a noi risulta sia il nipote figlio della sorella) del sindaco Giuseppe Carta (Grande Sicilia) e al fratello dell’ex assessore Mirko Caruso.
La questione è ora arrivata sul tavolo del presidente della Regione Renato Schifani, dopo che il deputato regionale d’opposizione Ismaele La Vardera (gruppo Controcorrente) ha presentato un’interrogazione urgente indirizzata a Schifani e all’assessore alle Autonomie locali Andrea Messina.
Nell’atto parlamentare, La Vardera chiede chiarimenti immediati sulla regolarità della procedura che ha portato all’individuazione dei terreni:
«La vicenda solleva evidenti profili di opportunità e potenziali conflitti di interesse – scrive il deputato – alla luce della contemporanea presenza di rapporti di parentela tra amministratori comunali e soggetti titolari delle aree individuate».
Secondo l’opposizione, è necessario verificare come siano stati scelti i terreni destinati al progetto e accertare se la procedura rispetti le regole di trasparenza. Al momento non risulta avviato alcun procedimento di esproprio, ma il Comune di Melilli ha già stimato in bilancio un importo di 765 mila euro per l’acquisizione delle aree.
Il caso, che intreccia politica locale, interessi privati e gestione dei rifiuti, continua dunque a sollevare polemiche e potrebbe aprire un fronte delicato per l’amministrazione Carta, già finita al centro delle cronache regionali per altri dossier controversi.

