Dopo l’atto di diffida ricevuto dallo Studio Legale GIULIANO, A M A T O & A S S O C I A T I, Report Sicilia ribadisce di aver agito nel rispetto del diritto di cronaca e con l’intento di documentare fatti d’interesse pubblico riguardanti la gestione amministrativa del Comune di Melilli.

MELILLI (SR) – In data 22 giugno 2025, la redazione di Report Sicilia ha ricevuto formale atto di significazione e diffida stragiudiziale a firma dell’avvocato Giancarlo Giuliano, per conto del Prof. Avv. Daniel Amato e della Dott.ssa Enza Marchica, rispettivamente Vice Segretario Generale del Comune di Melilli e Dirigente dell’Area Finanziaria, in relazione a una serie di articoli pubblicati dalla nostra testata. Atto di significazione e diffida stragiudiziale REPORT SICILIA-signed

Nell’atto si contesta la presunta diffusione di contenuti ritenuti “diffamatori e pretestuosi”, che secondo i legali “hanno minato la reputazione, la dignità e il decoro” dei due dirigenti pubblici, oltre a compromettere l’immagine dell’ente comunale.

Le contestazioni e gli articoli richiamati

I legali hanno indicato sei articoli, pubblicati tra maggio e giugno 2025, tra cui:

  1. “Melilli, nuova segnalazione anonima sulla Corte dei Miracoli”

  2. “Melilli, il concorso dei vigili si tinge ancora di ombre”

  3. “Melilli, Sortino, Siracusa: un sistema che si espande”

  4. “Concorso Melilli, spunta un esposto anonimo alla Guardia di Finanza”

  5. “Melilli, concorsi e nomine: sistema di potere tra parentele e favori”

  6. “Melilli, potere e fondazioni: luci e ombre su una Corte dei Miracoli”

Il contenuto di tali articoli, secondo la diffida, sarebbe lesivo dell’onorabilità dei soggetti coinvolti, con presunta mancanza di verifica, uso improprio di segnalazioni anonime e descrizioni giudicate “incontinenti”.

La nostra replica

Report Sicilia rigetta fermamente ogni accusa di diffamazione e agisce nel pieno esercizio del diritto costituzionale di cronaca (art. 21 Cost.), nel rispetto del dovere di informare i cittadini in merito a vicende di interesse pubblico, specialmente quando riguardano procedure amministrative e selettive gestite da enti locali, fondazioni pubbliche e società partecipate.

Tutti gli articoli pubblicati:

  • non attribuiscono reati,

  • contengono riferimenti documentali, nomi istituzionali, delibere comunali e fonti verificabili,

  • riportano lettere e segnalazioni, alcune anonime e altre firmate, che la redazione ha valutato e ritenuto di rilevanza pubblica,

  • sono redatti con tono giornalistico e non giuridico, e fanno uso legittimo di figure retoriche e descrizioni critiche.

Il diritto di cronaca non solo tutela la libertà di informazione, ma impone anche al giornalismo indipendente l’obbligo di porre domande scomode, verificare i poteri pubblici, denunciare zone grigie della pubblica amministrazione.

Nessuna “gogna mediatica”, ma informazione documentata

La narrazione proposta negli articoli oggetto della diffida è sorretta da:

  • documenti ufficiali (delibere, determine, avvisi di concorso),

  • atti pubblici reperibili sui siti istituzionali (o mancanti, nei casi denunciati),

  • testimonianze coerenti e plurime su episodi concreti (svolgimento di orali, attività della Fondazione Pino Valenti, rapporti tra dirigenti e amministratori),

  • interrogazioni pubbliche già in atto da parte di cittadini, comitati e consiglieri locali.

Ogni aspetto evidenziato è pertanto parte di un’inchiesta giornalistica che riteniamo legittima, fondata e coerente con i criteri della correttezza informativa.

La redazione, nella persona del direttore responsabile e dei collaboratori coinvolti, si dichiara pienamente disponibile a pubblicare eventuali repliche, smentite o memorie integrative ai sensi dell’art. 8 della Legge sulla stampa, come già offerto nelle precedenti occasioni.

Nel contempo, non provvederà alla rimozione dei contenuti in assenza di provvedimenti dell’Autorità giudiziaria o segnalazioni da parte del Garante della Comunicazione che ne evidenzino l’illiceità.

Rimaniamo, come sempre, aperti al confronto civile, alla trasparenza istituzionale e all’esercizio responsabile della professione giornalistica, nella consapevolezza che il nostro compito non è compiacere il potere, ma raccontare ciò che spesso il potere vorrebbe non si sapesse.

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