La conferma dell’apertura della Conad nei locali dell’ex Standa di via Gioieni, tanto attesa, è finalmente arrivata, ma con essa emergono una serie di problematiche che hanno causato ritardi imprevisti nei lavori. Oltre ai primi segnali visibili di “work in progress” nelle vetrine del locale, i lavori procedono a rilento a causa di una scoperta sorprendente: gli operai si sarebbero imbattuti in un “fiume” sotterraneo, una fonte d’acqua di cui molti sapevano, ma di cui nessuno parlava.
Questo “fiume”, nonostante la crisi idrica che affligge Agrigento, sembra essere parte di quelle risorse idriche sotterranee che, invece di essere utilizzate per alleviare la sete della città, finiscono canalizzate nelle reti fognarie, un’ironia amara che caratterizza il territorio agrigentino. Mentre i cittadini soffrono la mancanza d’acqua, la città è letteralmente attraversata da fonti idriche nascoste e non sfruttate.
A complicare ulteriormente la situazione, il problema del parcheggio si fa pressante. La legge impone l’obbligo di disporre di parcheggi adeguati per ottenere il rilascio della SCIA, ma al momento sembra che non vi sia una soluzione pronta. Una possibile via d’uscita potrebbe essere quella di concedere l’uso del parcheggio di via Gioieni a Conad, attraverso il versamento di un compenso al Comune, un accordo che permetterebbe di superare l’ostacolo e facilitare l’inaugurazione della Conad.
Questi problemi stanno spingendo indietro l’apertura del Conad, inizialmente prevista per novembre-dicembre, e non è chiaro quando l’inaugurazione potrà effettivamente avvenire. Agrigento, ancora una volta, si trova a fare i conti con le sue contraddizioni: da un lato la siccità, dall’altro una città letteralmente ricca di risorse idriche sotterranee che non vengono sfruttate come dovrebbero.