E anche la tradizionale uscita della statua di San Calogero dal santuario è un ricordo. A seguito della decisione per “motivi di sicurezza” presa dalla Questura di Agrigento, di vietare l’accesso del pubblico al sagrato dello stesso santuario, il simulacro è stato fatto uscire dai portatori senza dare luogo al tradizionale “antipasto” di abbracci e baci da parte dei devoti. Una decisione, quella presa nei giorni scorsi dalle autorità addette alla sicurezza pubblica, che ha suscitato parecchio dissenso tra la gente accorsa come sempre in massa, alla seconda domenica di processione del santo più amato dagli agrigentini. Il “problema” della sicurezza pare sia stato “scoperto” da pochi anni, nel nome del rispetto delle nuove norme che impongono la massima limitazione possibile di assembramenti, specie in luoghi piccoli e con scarse vie di fuga. E il sagrato dal santuario di San Calogero è quanto di peggio possa esistere da questo punto di vista, ovvero un luogo piccolo, infossato, senza vie di fuga agevoli, una sorta di “trappola” nella quale però da decenni la gente si infilava volontariamente, per attendere l’uscita della statua dalla chiesa.

Prima di tutto la sicurezza …
Gli agrigentini sfidano ogni insidia, ogni potenziale rischio pur di dare per primo un bacio alla statua del santo nero. Alla questura però della devozione dei cittadini interessa relativamente, dovendo garantire la sicurezza e l’ordine pubblico. Quindi, preso atto delle contestazioni, il simulacro è uscito senza la gente davanti al portone del santuario, facendosi abbracciare subito dopo avere salito la scalinata. La processione sta proseguendo come da programma, sempre alla presenza di un corposo cordone di forze dell’ordine.

