Il Museo della Città al Collegio dei Padri Filippini nasce nel 2020 da un progetto congiunto tra Comune di Agrigento e Regione Siciliana, finanziato con 1 milione di euro di fondi PO FESR. Lanciato con una nota stampa del 3 aprile 2021, il progetto è stato oggi ridimensionato. Una verità che merita di essere ristabilita.

Agrigento – L’inaugurazione del nuovo Museo Multimediale della Città di Agrigento nei locali dell’ex Collegio dei Padri Filippini, avvenuta in questi giorni, viene celebrata dall’amministrazione comunale come un grande traguardo raggiunto nel 2025, ma la verità è un’altra: il progetto nasce nel 2020, sotto una precedente amministrazione e con una precisa pianificazione politico-amministrativa della Regione Siciliana.

La conferma arriva direttamente da una nota ufficiale dell’Assessorato regionale ai Beni culturali e all’identità siciliana, pubblicata il 3 aprile 2021, che illustrava l’intervento come parte integrante di un più ampio piano di valorizzazione del patrimonio culturale regionale, finanziato attraverso 1 milione di euro di fondi PO FESR 2014/2020.

Il progetto fu reso possibile grazie a una convenzione tra il Comune di Agrigento e l’Ufficio Speciale di Progettazione della Presidenza della Regione Siciliana, diretto dall’ingegnere Leonardo Santoro, con il pieno supporto del governo regionale allora guidato dal Presidente Nello Musumeci e dall’Assessore Alberto Samonà.

«Un esercizio di buona politica che recupera il patrimonio monumentale, amplia e rinnova l’offerta turistico-culturale del territorio», si legge nella nota ufficiale del 2021.

Il progetto prevedeva:

  • manutenzione straordinaria dell’edificio;

  • acquisto di attrezzature e allestimenti digitali immersivi;

  • servizi di fruizione innovativa e interattiva;

  • revisione e potenziamento dell’arredo interno.

Il Museo era stato pensato per raccontare, con un linguaggio contemporaneo e digitale, i 2600 anni di storia della città di Agrigento, in continuità con il programma culturale previsto da Agenda Urbana, e inserito nel nascente Polo Culturale di Agrigento.

📍 Un’idea del FAI diventata realtà con Regione e Comune

L’idea iniziale – secondo quanto riportato nei documenti ufficiali – nacque da una proposta del FAI, e fu poi elaborata e resa esecutiva dalla Regione in stretta sinergia con il Comune.

Il Collegio dei Padri Filippini, progettato da Fra’ Simone Mancuso nel Settecento, si trova lungo la storica via Atenea, adiacente alla Chiesa di San Giuseppe. L’edificio è un bene monumentale di pregio, già adibito a museo e visitato ogni anno da migliaia di persone, grazie alle opere di artisti locali come Lojacono, Giambecchina, Politi e Santella.


⚠️ Oggi si inaugura una versione ridotta

L’inaugurazione del 2025 riguarda, però, una versione ridimensionata rispetto al progetto originario. Alcuni elementi previsti nel piano tecnico originale – come l’interattività estesa e la connessione con altri poli culturali – sembrano essere stati esclusi o rimandati. Eppure, l’amministrazione attuale rivendica il tutto come opera propria.

Ancora una volta si registra l’assenza di onestà intellettuale, nel raccontare per intero il percorso amministrativo che ha portato a questo risultato.


📎 DOCUMENTO DI RIFERIMENTO:
🔗 Nota stampa ufficiale – Regione Siciliana, 3 aprile 2021


Report Sicilia ritiene doveroso ricostruire con precisione i fatti e rendere merito a chi ha realmente concepito, finanziato e progettato il Museo della Città: la precedente amministrazione comunale, la Regione Siciliana, il FAI, e le strutture tecniche regionali.

Perché la cultura è memoria, e la memoria amministrativa è un dovere di trasparenza verso i cittadini.

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